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Ciclismo
Cunego: “Evenepoel deve tentare un’azione di forza contro Pogacar. Tiberi ha la stoffa giusta”
Damiano Cunego, veronese classe 1981, soprannominato il “Piccolo Principe”, nel corso della sua carriera è stato capace di conquistare oltre 50 corse tra i professionisti, tra cui il Giro d’Italia. A breve Cunego si laureerà in Scienze Motorie ed in contemporanea lavora al Cycling Lab di Mendrisio, maggiormente con gli amatori. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente dopo la cronometro iridata che ha visto trionfare il fiammingo Remco Evenepoel.
Ganna era in dubbio se partecipare al Mondiale, alla fine l’oro è sfuggito per soli 7 secondi. Quanto è difficile venire battuti da un fenomeno come Evenepoel?
“Evenepoel ultimamente ha fatto delle gran belle prove e quindi era il grande favorito. Ganna ha corso bene, ma Remco è stato più forte. Sicuramente c’è un po’ di rammarico, ma questo è lo sport”.
Secondo te Evenepoel è il favorito anche per la prova in linea o Pogacar parte avanti grazie ad un miglior spunto veloce?
“Sarà una bella sfida tra i due, Evenepoel dovrà provare a tentare un’azione di forza perché Pogacar allo sprint è più veloce, ma comunque quando si corre su un percorso così lungo è sempre tutto molto imprevedibile, bisognerà curare ogni minimo dettaglio”.
Quale ruolo può giocare Roglic? Nessuno ha una seconda punta di questo calibro…
“Roglic è uscito bene dalla Vuelta, nel briefing parleranno chiaro e sarà di supporto a Pogacar, ma secondo me anche lui avrà un po’ di spazio qualora la situazione dovesse essere a suo favore”.
Italia con Ciccone e Tiberi come potenziali capitani. L’obiettivo è una top10?
“Una top10 sarebbe un grande risultato visto il parterre di corridori presenti al Mondiale. Tiberi ha vinto il Giro di Lussemburgo, la condizione sembra essere quella giusta, però bisogna tener presente che è giovane e quindi può peccare d’esperienza”.
Ti aspettavi questa crescita da parte di Edoardo Affini? Oro agli Europei, bronzo al Mondiale…
“Edoardo è un ragazzo che ha lavorato bene nel corso degli anni, sin da quando era più giovane. È un ragazzo forte e mi aspettavo questo suo salto di qualità”.
Nel ciclismo attuale vincono sempre i soliti noti. Pogacar, Evenepoel, Vingegaard, Roglic, Van der Poel. Questo è un bene per lo spettacolo o manca quell’imprevedibilità che regnava ai tuoi tempi?
“È un ciclismo differente, ma vedo che alla gente piace anche il ciclismo attuale, a me piacerebbe un po’ più di imprevedibilità e quindi che ci sia un po’ più di incertezza nelle corse”.
Sia Pogacar sia Evenepoel hanno iniziato a vincere da giovanissimi. Ti aspetti che continuino a farlo sin oltre i 30 anni?
“Secondo me ci saranno carriere sempre più corte, però bisognerà vedere nei prossimi anni”.
Baroncini sta dando dei segnali interessanti. Aveva vinto il Mondiale U23, poi aveva faticato nel passaggio tra i professionisti. Cosa ti aspetti da lui?
“È un ragazzo giovane e interessante, spero che lo lascino tranquillo nella sua crescita per continuare a crescere nel migliore dei modi”.
Di Antonio Tiberi che idea ti sei fatto?
“È sicuramente uno dei nostri ragazzi più interessanti, soprattutto in ottica di corse a tappe, deve fare ancora tanta esperienza e crescere molto, ma è sulla buona strada e ha comunque dimostrato di avere la stoffa giusta”.
Giulio Pellizzari, dopo il Giro d’Italia, ha partecipato solo a corse di contorno, a causa del calendario cui è obbligata la Bardiani. Per un giovane passare da una Professional è ancora una buona soluzione per la crescita?
“In tanti stanno facendo questo percorso, quindi secondo me può essere una scelta giusta. Si rimane penalizzati dal calendario, questo è vero, ma per passare nel World Tour c’è tutto il tempo”.