Ciclismo

Edoardo Affini, la consacrazione d’oro dopo una vita da gregario

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Affini Kung Cattaneo / IPA Agency

L’ho attesa a lungo, ho passato tanto tempo senza vincere ma sono sempre rimasto lì, ho sempre fatto il mio lavoro“. Parole di incredulità quelle di Edoardo Affini, che a ventotto anni ottiene il riconoscimento di un’intera vita, potendo vestire per un intero anno la maglia di campione europeo a cronometro dopo la bellissima vittoria di quest’oggi.

In pochi lo inserivano tra i favoriti, probabilmente nemmeno lui, parlando di condizioni fisiche non propriamente ottimali al termine della Vuelta a España. Invece, con determinazione e leggerezza, è riuscito a sovvertire i pronostici, ottenendo la terza vittoria personale della propria carriera a cinque anni di distanza.

Era dal 2019 che Edoardo non poteva esultare. Era la sesta tappa del Tour of Britain, la cronometro con partenza e arrivo a Pershore, arrivando con sette secondi di vantaggio su Sebastian Langeveld e Dylan Van Baarle. Un successo che faceva il paio con la quarta tappa del Giro di Norvegia dello stesso anno e il terzo posto agli Europei 2019 dietro Remco Evenepoel e Kasper Asgreen, che lasciava intravedere un futuro positivo, già segnato dal successo continentale del 2018 tra gli Under 23.

E invece l’esplosione non è mai arrivata, riciclandosi come uomo fidato per i propri capitani, soprattutto in Jumbo-Visma poi diventata Visma | Lease a Bike. Con qualche soddisfazione raggranellata qua e là, come i due giorni in maglia roja alla Vuelta 2022, qualche piazzamento, e guadagnandosi il rispetto dei propri compagni di squadra. Ma sempre con quell’etichetta di gregario stampata sulla maglia. 

E invece, in una giornata di fine estate, è arrivata la soddisfazione più grande della carriera. A ventotto anni compiuti, il nativo di Mantova riscopre che sì, anche lui può alzare le braccia al cielo. Una vittoria che può aiutarlo ad una maturazione definitiva, aprendosi ad una seconda parte di carriera che potrebbe regalargli qualche gioia in più.

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