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F1, Ferrari è davvero “una stagione da infarto”! È la SF-24 la grande protagonista dell’apoteosi di Monza

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Charles Leclerc / Pier Colombo

Onore alla Ferrari, tornata a vincere il Gran Premo d’Italia dopo cinque anni. Il successo odierno di Charles Leclerc è figlio di una strategia audace, quella di provare a finire la gara con una sola sosta. Un piano fattibile grazie alle qualità della SF-24, vettura molto gentile con gli pneumatici. Quello che può essere un handicap in alcuni contesti, si è rivelato un punto di forza a Monza.

L’affermazione casalinga impreziosisce una stagione in cui la Scuderia di Maranello si è già fregiata del GP di Monaco e, lontano dalla F1, della 24 ore di Le Mans. Sono tre vittorie pesantissime dal punto di vista storico e dell’immagine. Chiaramente, quella nell’endurance vale più delle altre due messe assieme, ma stiamo parlando di un autentico trittico di gioielli.

Peraltro, il trionfo brianzolo rilancia le ambizioni del Cavallino Rampante nel Mondiale costruttori. L’ansimante Red Bull è a sole 39 lunghezze, ovverosia l’equivalente di meno di una gara. Vero che nel mezzo c’è la McLaren, con 31 punti in più rispetto alle Rosse, ma a due terzi di stagione, Ferrari può dire di essere ancora pienamente in corsa per fregiarsi del titolo nella classifica riservata ai team.

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Ovviamente, bisogna essere razionali. La sintesi l’ha data Charles Leclerc nel team radio durante il giro d’onore. “È  una stagione da infarto, tra alti e bassi”. Siamo al è “tutto bianco” o è “tutto nero”. L’apoteosi nel GP d’Italia non cancella mesi di prestazioni tra il mediocre e lo scadente, nonché un’estate generalmente vissuta da quarta forza. Però, oggi, la SF-24 è stata la vettura migliore.

I valori in campo sono fluidi, nella Formula Uno attuale. Già nel 2023, i rapporti di forza tra McLaren, Ferrari e Mercedes cambiavano di continuo. La dinamica passava in secondo piano perché Red Bull aveva un margine mostruoso su tutte le avversarie, dunque si modificava solo l’avversaria principale del Drink Team.

Ora, al contrario, la struttura di stanza a Milton Keynes non ha più alcun vantaggio prestazionale. Proprio per questo, a Maranello bisogna continuare a fare ciò che è stato fatto nei GP d’Olanda e d’Italia. Massimizzare il proprio potenziale, sia esso da terzo posto o da vittoria.

Ad Abu Dhabi si trarranno le conclusioni del caso. Tempo al tempo. Ora sarebbe prematuro. Oggi i ferraristi possono e devono festeggiare, perché l’affermazione nel GP d’Italia 2024 vale e pure parecchio.

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