Formula 1

F1, Ferrari sconfitta nel “trittico di settembre”. Tre piste amiche, ma la McLaren va in fuga nel Mondiale costruttori

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Charles Leclerc - IPA Agency

Nel 2023, la Ferrari raggiunse a Singapore il punto più alto della sua stagione, spezzando il monopolio Red Bull grazie alla vittoria-capolavoro di Carlos Sainz. Fu un trionfo estemporaneo e fine a sé stesso, ma pur sempre di trionfo pieno e legittimo si trattò. Quella gara nobilitò il bilancio di un’annata fino a quel momento insipida, dandole un nuovo significato, quello di aver impedito “the perfect season” al Drink Team.

A dodici mesi di distanza, l’appuntamento di Marina Bay è viceversa una sonora sconfitta per la Scuderia di Maranello. La fiamma legata alla speranza di poter lottare per il Mondiale costruttori – riaccesasi vigorosamente a Monza – aveva cominciato a traballare già a Baku, soprattutto a causa del “botto” tra Sainz e Sergio Perez, che a conti fatti ha spostato 20 punti verso la McLaren. A Singapore, il fuoco si è affievolito viepiù.

Considerato il potenziale della SF-24, ripartire da Marina Bay con un quinto e un settimo posto rappresenta un magro bottino. Le Rosse avrebbero potuto ambire al podio e a giocarsela con Max Verstappen, facendo partita patta con il Team di Woking. È però stato pagato un salatissimo prezzo per gli errori del sabato. Gira e ri-gira, siamo sempre allo stesso concetto, “manca perennemente il centesimo per fare l’euro”.

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Il “trittico di settembre”, rappresentato dai GP d’Italia, Azerbaigian e Singapore, sulla carta era amico della Ferrari. Si è rivelato tale anche nella realtà dei fatti. Sono però stati persi ben 41 punti dalla McLaren e non a causa della scarsa competitività. La SF-24 ha tenuto testa alla MCL38 a Monza, era superiore a Baku e leggermente inferiore a Marina Bay. Eppure, il piatto piange.

Il distacco di 75 lunghezze dalla struttura di Woking è ampio e difficilmente colmabile. “Difficile”, però, non significa “impossibile”. Se Lando Norris e Oscar Piastri proseguiranno a piazzarsi costantemente fra i primi quattro, non ci sarà modo di ricucire lo strappo. Bisogna sperare in un paio di passaggi a vuoto delle monoposto color Papaya, sperando di non averne più. Il tutto, nell’auspicio dell’efficacia delle evoluzioni introdotte a Monza anche ad Austin, dove si torneranno a vedere quei curvoni veloci che rappresentano la croce della SF-24.

Ci sono tanti periodi ipotetici riguardo l’eventualità di vedere la Ferrari concretamente in lotta per il Mondiale costruttori, forse troppi. A oggi, 23 settembre, la situazione è complicata, ma non ancora compromessa. Il Texas darà indicazioni più precise, ma se ne riparlerà lunedì 21 ottobre.

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