Formula 1

F1, Max Verstappen condannato ai lavori socialmente utili: cosa è successo a Singapore

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Non si può dire che non sia stato avvisato…Giornate un po’ particolari nel Circus della F1. A tenere banco non è stato solo il caso della McLaren e della modifica all’ala posteriore di Baku, ma anche la linea tenuta dalla Federazione internazionale contro un linguaggio inappropriato. A dare una chiara indicazione in questo senso era stato il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, che in un’intervista concessa ad Autosport ha espresso il proprio disappunto.

Dobbiamo differenziare il nostro sport dalla musica rap. Noi non siamo rapper, eppure quante volte al minuto i piloti dicono parolacce? Noi non siano così, è una cosa che fanno i rapper, non noi… Io ero un pilota e so cosa si prova nella tensione del momento quando un rivale ti spinge fuori, ma dobbiamo anche essere consapevoli e responsabili del nostro comportamento. Adesso tutto viene trasmesso in diretta e registrato, per cui dobbiamo pensare a come minimizzare il rischio che un certo linguaggio sia pronunciato pubblicamente“, ha affermato il n.1 della Federazione.

E Max Verstappen è stato il primo a pagarne le conseguenze. Il campione del mondo in carica, nel corso della conferenza stampa a Singapore, si era così espresso sulla prestazione della Red Bull in merito alla differente velocità tra lui e il compagno di squadra, Sergio Perez: “Non lo so, amico. Assetto diverso. Quindi non appena sono entrato in qualifica, sapevo che la macchina era fottuta“.

Verstappen è stato convocato dagli Steward per aver violato l’articolo 12.2.1k del Codice sportivo internazionale e gli è stato ordinato di svolgere “lavori socialmente utili”, in quanto non avrebbe rispettato quello che ci si aspetta da lui, ovvero soddisfare gli standard generalmente accettati da tutto il pubblico e le trasmissioni sull’uso del linguaggio. Ciò vale in particolare per le dichiarazioni dei partecipanti ai campionati del mondo, che rappresentano quindi dei modelli sia all’interno che all’esterno dello sport.

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