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F1, sarà di nuovo ‘guerra urbana’ a Singapore? Chi vincerà a Marina Bay dopo la convulsa gara di Baku?

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Il singolare calendario della stagione 2024 di Formula 1 prevede una lunga pausa al principio dell’autunno, gemella di quella estiva per durata. L’ultimo Gran Premio prima del “fall break” (chiamiamolo così, in ossequio all’idioma dei proprietari del Circus) sarà quello di Singapore, che si disputerà nel weekend del 20-22 settembre. Vi si arriva dopo l’emozionante appuntamento di Baku.

La McLaren ha festeggiato un trionfo su tutta la linea, conquistando una vittoria non scontata grazie a un Oscar Piastri monumentale e coronando la lunga rincorsa alla Red Bull nel Mondiale costruttori, dove ora il Team di Woking comanda con 20 punti di vantaggio sulla struttura di Milton Keynes e 51 lunghezze di margine sulla Ferrari.

Proprio la Rossa è la grande sconfitta della “battaglia urbana azera”. La SF-24 era l’auto più competitiva, ma ha raccolto molto meno di quanto avrebbe potuto. Vuoi per un’ingenuità di Charles Leclerc, vuoi per l’abilità di Piastri, vuoi per l’incidente patito da Carlos Sainz. Marina Bay è un altro tracciato cittadino, dunque ci sono buone possibilità di vedere la Rossa in gran forma anche in Estremo Oriente.

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Bisognerà però capire quali saranno le conseguenze del fatto di gareggiare in notturna. Essere “gentili con gli pneumatici”, come è la monoposto di Maranello attuale, può anche significare “non riuscire a mandarli in temperatura”. I valori cambiano in fretta, nella Formula Uno attuale.

Dal canto suo, Max Verstappen soffre e stringe i denti, ma nonostante tutte le sue difficoltà è ancora in testa al Mondiale piloti, dove mantiene 59 lunghezze di vantaggio su Norris, 78 su Leclerc e 91 su Piastri. Peraltro, l’australiano, è il pilota che ha marcato più punti dal GP d’Ungheria in poi.

Nuovo capitolo di questo thrilling a Singapore, poi tutti a tirare in fiato e ad apportare i correttivi del caso alle monoposto. Non è detto che i valori dei prossimi giorni siano quelli di Austin a fine ottobre, anzi. Dunque, bisogna battere il ferro finché è caldo, perchè “del domani non v’è certezza”.

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