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Grigor Dimitrov si unisce ai critici del caso Sinner: “Due pesi e due misure, tutto molto strano!”

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Jannik Sinner - Grigor Dimitrov
Sinner - Dimitrov / LaPresse

La questione “Clostebol” legata a Jannik Sinner continua ad alimentare delle discussioni. Il clamore dei due test positivi del n.1 del mondo alla sostanza citata, che ha portato poi all’assoluzione del 23enne pusterese per dimostrata assunzione involontaria, si fa ancore sentire. Quanto certificato dal Tennis Integrity Agency (Itia) non ha convinto tanti tra giocatori ed ex tennisti per modalità e tempistiche.

Nonostante lo stesso Sinner abbia ribadito più volte di non aver goduto di alcun privilegio nell’iter procedurale, precisando come questo sia dipeso essenzialmente dalla capacità di mettere sul tavolo prove convincenti e in breve tempo, non mancano le perplessità sulla decisione finale del Tribunale Indipendente che si è pronunciato su questa vicenda. A questo proposito, si è in attesa di capire anche cosa farà la WADA, in merito a un eventuale ricorso al TAS (scadenza ipotizzata il 30 settembre).

A dire la sua è stato anche il bulgaro Grigor Dimitrov (n.10 del mondo). Intervistato dalla tv nazionale, l’estroso giocatore nativo di Haskovo ha seguito a ruota altri sul tema dei “due pesi e due misure”: “La gestione dei protocolli è la cosa che mi ha sorpreso di più di questa vicenda. Ci sono giocatori che hanno subito processi completamente differenti, con procedure diverse“, le parole di Dimitrov.

Tutto questo mi fa dubitare e pensare che ci siano dei doppi standard. Il modo in cui è stato gestito questo caso è stato abbastanza strano, anche per uno come me che fa parte del Tour ATP da molti anni. Sappiamo le cose dall’interno, soprattutto come vengono gestiti i tornei. Come membro del comitato dei giocatori, è strano quando qualcosa del genere, che si tratti di notizie o di una disputa, esce fuori improvvisamente. È stato strano per tutti“, ha concluso il bulgaro.

Dichiarazioni che fanno e faranno discutere per quanto è emerso sul caso del n.1 ATP, in relazione anche alla sua evoluzione diversa da altre circostanze in passato. Tuttavia, l’impressione è che Dimitrov e altri espongono il proprio parere più sulla percezione emotiva, piuttosto che documentandosi, come invece ha fatto il norvegese Casper Ruud, tra i pochi a essere puntuale da questo punto di vista.

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