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IndyCar, terza volta in quattro anni per Alex Palou. Il #10 continua a dettare legge

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Alex Palou /LaPresse

Alex Palou ha vinto la NTT IndyCar Series per la terza volta in carriera dopo la finalissima al Nashville Speedway. Lo spagnolo ha festeggiato per la seconda volta consecutiva, la terza in quattro partecipazioni full-time alla più importante categoria americana riservata alle monoposto.

Il #10 di Chip Ganassi Racing continua quindi ad imporre la propria legge, il primo pilota dopo l’inglese Dario Franchitti a vincere più di un titolo in sequenza (lo scozzese si impose addirittura per tre volte di fila dal 2009 al 2011).

Il nativo di Sant Antoni de Vilamajor ha completato una solida stagione imponendosi nel GP Indianapolis ed a Laguna Seca, la costanza ha premiato il 27enne come accaduto nel 2023.

L’iberico è stato perfetto ed a eccezione del 23mo posto nella race-1 in Iowa per un impatto contro le barriere , i problemi tecnici riscontrati nella seconda delle due prove in quel di Milwaukee  e la difficile performance nella rocambolesca sfida di Detroit, è sempre stato presente nella Top5 fino all’ultima competizione del campionato quando non ha preso rischi consapevole di aver matematicamente vinto il titolo finale grazie all’uscita di scena di Will Power (Penske #12).

L’australiano ha tentato di recuperare nel finale il rivale, ma il clamoroso testacoda nella race-2 di Milwaukee ha rovinato una rimonta apparentemente quasi impossibile. Insieme all’ex campione si arrende anche il californiano  Colton Herta (Andretti #26) ed il neozelandese Scott McLaughlin (Penske #3), rispettivamente secondo e terzo al termine della NTT IndyCar Series 2024.

Il primo ha commesso troppi errori e soprattutto è mancato all’appello sugli ovali, mentre il secondo ha disputato la miglior stagione in carriera dopo il quarto posto del 2023. Il #3 di Penske che ha saputo primeggiare nelle diciassette tappe in programma in tre occasioni (Alabama, Iowa race-1 e Milwaukee race-2) è ufficialmente pronto per contendersi il titolo con i migliori. L’autore della pole-position per la Indy500 è diventato in pochissimo tempo uno dei migliori interpreti dell’IndyCar dopo aver dominato in Australia il Repco Supercars Championship con vetture diametralmente opposte a quelle statunitensi.

Seconda parte del campionato da scordare per il neozelandese Scott Dixon (Ganassi #9), rallentato da alcuni problemi come accaduto a Mid-Ohio o da una serie di episodi sfortunati come l’impatto nell’opening round del GP di Portland. Troppo altalenante, invece, il campionato del messicano Pato O’Ward (McLaren #5) e dell’americano Josef Newgarden (Penske #2).

Il primo ha saputo imporsi in tre occasioni tra St. Petersburg, Mid-Ohio e Milwaukee race-1, ma ha anche sbagliato tanto perdendo diversi punti in ottica titolo. Il secondo posto alla 500 Miglia di Indianapolis il momento più significativo del campionato per il nativo di Monterrey che per un passo non ha scritto la storia di un intero paese. Il 25enne sarà indubbiamente uno dei protagonisti della prossima annata, un riferimento certo all’interno dello schieramento da tenere sempre in considerazione.

Ovviamente non può passare inosservato il 2024 di Josef Newgarden che con la vettura #2 di Penske ha saputo imporsi al Gateway e soprattutto confermarsi campione della Indy 500 dopo la ‘prima volta’ del 2023. Il nativo di Nashville, dopo aver iniziato la stagione agonistica imponendosi per la prima volta nella Rolex 24 at Daytona ha raggiunto uno degli obiettivi più importanti dell’anno all’interno del catino di Speedway nell’evento che vale quanto un singolo campionato. Il portacolori del ‘Capitano’ non vince il titolo, ma può sorridere per aver aggiunto alla propria carriera un nuovo importante traguardo in una delle competizioni automobilistiche più prestigiose del calendario.

Cala il sipario sulla NTT IndyCar Series 2024, la prima con l’introduzione dei motori ibridi che fortunatamente non hanno spostato gli equilibri nella lotta per il titolo. Palou ha confermato le proprie potenzialità in un campionato di altissimo livello, uno dei più selettivi e complicati al mondo con un’infinità di variabili da tenere in considerazione. Il #10 sorride ancora una volta, un pilota europeo che sul suolo americano ha trovato la propria dimensione.

 

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