Ciclismo

La crescita di Edoardo Zambanini: “Dopo la giusta gavetta, la squadra mi sta dando fiducia. Sogno una Classica”

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Edoardo Zambanini / Sprint Cycling

Al rientro dalle corse in Canada (GP Quebec e GP Montreal) abbiamo raggiunto Edoardo Zambanini. Il classe 2001 e portacolori della Bahrain Victorious ha dimostrato di essere in un ottimo stato di forma convincendo sempre di più, dopo anche un ottimo terzo posto lo scorso giugno nella prova in linea del Campionato Italiano e diversi piazzamenti in top10 in questa sua terza stagione da professionista; dopo aver fatto la gavetta necessaria per la giusta crescita tra i grandi.

Come stai?

“Bene, sono soddisfatto e felice”. 

Da diversi mesi a questa parte la tua crescita è lenta, ma lampante. Cosa ti ha portato a compiere questo balzo in avanti?

“La squadra mi sta facendo crescere molto bene. Sono partito molto bene il primo anno da professionista con ottimi risultati, poi lo scorso anno mi sono ammalato spesso e mi ha fatto rincorrere tutta la stagione. Ho preso la bronchite prima delle Strade Bianche, ho dovuto fermarmi dieci giorni e da lì è stato un continuo rincorrere la stagione e la condizione. Oggi se vai alle corse e non sei al 100% fai davvero molta fatica. Tornato dal Canada lo scorso anno l’ho ripresa e quindi nel complesso è stata una stagione traballante; quest’anno da inizio stagione è andato tutto molto bene. Un grande grazie va sicuramente al mio preparatore Michele Bartoli con cui ho un ottimo feeling e abbiamo trovato un giusto equilibrio. La prima parte di stagione ho corso tanto e questo mi ha permesso di trovare il giusto ritmo in corsa, migliorando sempre di più la forma”. 

Sei soddisfatto di questa tua stagione sin qui?

“Sì, assolutamente: ho sia aiutato la squadra e quindi i miei compagni sia in pianura che in salita e nei momenti in cui mi hanno dato libertà ho saputo comportarmi bene e ho ripagato la squadra della fiducia che mi ha dato”. 

Al punto in cui sei arrivato, cosa pensi che serva affinché la squadra ti conceda sempre più spazio, liberandoti dai compiti di gregariato?

“I primi due anni sono stati un po’ di gavetta, come giusto che sia, poi quest’anno soprattutto con il Campionato Italiano mi hanno sbloccato e hanno iniziato a darmi più responsabilità rispetto a prima. Sto dimostrando alla squadra di esserci e di saper difendermi bene e quindi mi stanno concedendo sempre più spazio”. 

Hai collezionato piazzamenti in brevi corse a tappe come Tour of Britain e Giro di Polonia, ma anche nelle corse di un giorno canadesi, nonché il 3° posto al Campionato Italiano. La tua propensione è più per le Classiche?

“Inizialmente la squadra mi aveva preso per le corse a tappe e devo dire che mi trovo bene perché ho un buon recupero, ma quest’anno abbiamo scoperto che mi difendo bene anche nelle corse di un giorno. A me personalmente piacciono molto anche le Classiche come quelle del Canada, le Ardenne, Strade Bianche o Lombardia”. 

Su cosa pensi di dover ancora migliorare?

“Ho ancora tanti passi in avanti da fare, tra tutti direi l’esperienza. Un esempio? In volata, in un gruppetto ristretto, mi faccio prendere dalla foga e dall’ansia di voler fare; magari anticipandola e perdendo le ruote dei migliori”. 

È arrivata la convocazione per i Mondiali, che cosa significa per te vestire la maglia azzurra?

“Vestire la maglia della Nazionale è un qualcosa difficile da descrivere e difficile da esprimere. Sicuramente ti da più senso di responsabilità perché rappresenti la tua nazione e questo ti fa dare di più di quello che generalmente hai. Sono davvero molto felice per questa convocazione e non vedo l’ora di essere al via dell’appuntamento iridato”. 

Quali saranno i tuoi appuntamenti per il finale di stagione?

“Ho nelle gambe 73 giorni di gare e ormai sono quasi alla fine: correrò le Tre Valli Varesine, il Gran Piemonte e il Giro di Lombardia”. 

Qual è il tuo sogno nel cassetto? 

“Vedendo quest’anno direi vincere una Classica”.

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