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La FIA contro le parolacce nei team radio. Ben Sulayem: “I piloti non sono rapper”. Verstappen ed Hamilton non ci stanno

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Ben Sulayem
Ben Sulayem / LaPresse

Il linguaggio scurrile non sarà più ammesso. La Federazione Internazionale dell’Automobile è intenzionata a far valere una certa condotta nel modo di comunicare via-radio, manifestando grande intransigenza rispetto all’uso di parolacce e del turpiloquio. A dare una chiara indicazione in questo senso è stato il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, che in un’intervista concessa ad Autosport ha espresso il proprio disappunto.

Dobbiamo differenziare il nostro sport dalla musica rap. Noi non siamo rapper, eppure quante volte al minuto i piloti dicono parolacce? Noi non siano così, è una cosa che fanno i rapper, non noi… Io ero un pilota e so cosa si prova nella tensione del momento quando un rivale ti spinge fuori, ma dobbiamo anche essere consapevoli e responsabili del nostro comportamento. Adesso tutto viene trasmesso in diretta e registrato, per cui dobbiamo pensare a come minimizzare il rischio che un certo linguaggio sia pronunciato pubblicamente“, ha affermato il n.1 della Federazione.

Bisogna pensare che ci sono anche dei bambini che guardano le gare… Che cosa stiamo insegnando loro riguardo al nostro sport? La FIA ha approvato la scelta di trasmettere più conversazioni radio in diretta. Ma ci sono anche delle regole pensate per il bene dello sport, e queste regole dicono anche che bisogna comportarsi in maniera educata e rispettabile“, ha sottolineato Sulayem.

A questo proposito si lega un recente cambio delle norme sotto la definizione di “cattiva condotta” in cui si fa riferimento anche all’uso di un linguaggio scurrile. A questo proposito, ci sono state delle reazioni.Il campione del mondo in carica, Max Verstappen, ha risposto così: “Capisco che certe parole non siano considerate gravi da tutti, e penso che anche i bambini che guardano la TV le sentano comunque in altri contesti, anche se i genitori non approvano. Tanto, quando cresceranno andranno in giro con gli amici a dire comunque parolacce. Noi piloti non abbiamo mica cinque o sei anni“.

Lewis Hamilton, invece, ha gradito decisamente poco il paragone con i rapper: “Sicuramente penso che ci siano troppe parolacce, e che con le sanzioni, la gente smetterà. Ma non mi piace come ha espresso questo concetto. Il paragone con i rapper era molto stereotipato, e se si pensa che la maggior parte di loro sono neri, è come dire: ‘Noi non siamo come loro’. Quindi penso che la scelta di parole sia stata sbagliata e che ci sia stato un elemento razziale. Anche se sono d’accordo sul concetto di ripulire un po’ il linguaggio“.

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