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MotoGP, a Misano ha fatto la differenza il fattore umano. Marquez e Martin protagonisti agli antipodi

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Marc Marquez / Valerio Origo

Il Gran Premio di San Marino disputato ieri a Misano Adriatico ha dimostrato come il fattore umano possa ancora essere determinante in MotoGP. Sia nel bene, che nel male. La testimonianza è data da quanto accaduto nella breve (ma cruciale) fase durante la quale una leggera pioggerella è caduta sull’autodromo intitolato alla memoria di Marco Simoncelli.

In quei minuti, resi lunghissimi dalla tensione, Marc Marquez e Jorge Martin hanno nebulizzato qualsiasi valore tecnico legato al mezzo meccanico. Uno in positivo, l’altro in negativo. El Trueno de Cervera è emerso prepotentemente, aggiungendo quel quid necessario a fare la differenza rispetto a tutti gli altri. Si è proprio percepito un manico, un talento puro, superiore.

Senza quel momento convulso, il trentunenne spagnolo mai avrebbe potuto balzare dalla pancia alla testa del gruppo. Dopodiché, una volta tornati in condizioni canoniche, ha saputo spegnere qualsiasi velleità di Francesco Bagnaia, tenendo un ritmo comparabile a quello di Pecco. Simpatico o antipatico è irrilevante, quella mostrata da Marquez è stata pura classe.

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Viceversa, Martin si è letteralmente suicidato agonisticamente, seguendo una strategia scellerata. Quella di rientrare frettolosamente ai box per cambiare moto. Qualcuno dirà: “Ha giocato d’azzardo e ha perso la scommessa, capita. Non gliene si può fare una colpa”. Invece sì, perché quello commesso è stato un errore madornale e francamente ingiustificabile.

Non si può appellare all’alibi del “senno di poi”, perché Jorge ha proprio sbagliato concettualmente l’approccio alla situazione. Ha corso da inseguitore, non da battistrada del Mondiale. Aveva il privilegio di poter impostare la sua corsa sulla base delle mosse di Francesco Bagnaia. Un vantaggio malamente sciupato con un modus operandi non degno di un leader della classifica generale.

Sbagliare è umano, come si suole dire. Così come è umano il fattore entrato in gioco a Misano domenica 9 settembre. Ha saputo fare la differenza sulla giornata secca, potrà farlo anche nell’economia dell’intero Mondiale 2024? Sicuramente più difficile, perché sul lungo periodo è decisamente più complesso scardinare certi valori. Accontentiamoci di quanto visto ieri, nella consapevolezza che l’imprevedibilità non può essere elisa.

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