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Tennis
MY WAY! Sinner in finale agli US Open: Draper piegato dopo 3 ore tra nausee, cadute e colpi di scena
Jannik Sinner è per la prima volta un finalista degli US Open. Il numero 1 del mondo, che con questa vittoria sa già di sfondare i 10.000 punti nel ranking ATP (che, da quando c’è l’attuale sistema nato nel 2009, sono stati toccati solo da Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Medvedev), batte il britannico Jack Draper per 7-5 7-6(3) 6-2 in 3 ore e 3′ e diventa il primo azzurro in finale a New York. Mai nessuno prima di lui, che aggiunge record su record per il tennis italiano. Il tutto in un pomeriggio newyorkese davvero complesso, con l’umidità che rende la partita a tratti difficile da vedere, ma che alla fine lascia emergere l’immutata forza del leader mondiale. Ora l’attesa per il vincitore del derby USA tra Taylor Fritz e Frances Tiafoe: l’appuntamento è per domenica alle 20:00.
Draper esordisce con un dritto fuori e un doppio fallo, poi un nastro porta via il dritto a Sinner e il londinese si riprende vincendo il game. Per i due primi giochi in versione “necessità di carburare”, così per venti minuti non succede sostanzialmente nulla di particolare. Sul 3-3 è il britannico il primo ad andare in difficoltà: sul 30-30 cerca il servizio e volée sulla seconda, subisce il passante di Jannik e poi manda largo il dritto, concedendo il break.
Il problema è che il numero 1 del mondo gioca un ottavo game da tregenda, restituendo il favore senza che Draper debba fondamentalmente fare alcunché. Ed è anche che la prima, in questa fase, non lo aiuta, anche se più si va avanti e più si capisce che il vero problema riguarda il dritto. Nonostante questo, sul 5-5 arriva un’altra chance per togliere la battuta al numero 25 del seeding (che sbaglia di nuovo il serve&volley). Seguono due ace, un doppio fallo, altre due palle break e, alla fine, il terzo doppio fallo di Draper che cede maldestramente il servizio. Stavolta Sinner non trema ed è 7-5.
Nel secondo parziale di fattori in gioco ne entrano davvero tanti. Nei primi tre game c’è tanta, anzi tantissima lotta: Draper in qualche modo riesce ad annullare tre palle break (due nel primo gioco, una nel terzo), mentre Sinner viene in un certo senso graziato quando è lui a rischiare sullo 0-1. L’umidità di New York, che non è esattamente un toccasana per chiunque debba subirla nel pomeriggio della Grande Mela, condiziona parecchio i due, che scendono di livello in maniera praticamente contemporanea. Il britannico salva una quarta palla con cui il numero 1 del mondo potrebbe fuggire, ma dell’italiano va detto che in questa fase tende a sprecare varie occasioni (un paio dal 3-3 30-30 in poi sul servizio di Draper).
Sul 3-4, in un game lottatissimo, il britannico finisce per pagare le conseguenze delle condizioni, vomitando direttamente in campo. Passa un game e Sinner cade e appoggia male la mano sinistra rischiando di farsi male al polso, tira un vincente violentissimo, si va sul 4-5 Draper, Jannik chiama medical timeout proprio per il polso e nel frattempo anche al suo avversario viene offerto aiuto dopo il vomito. In un modo, o più spesso nell’altro, i due arrivano al tie-break, che l’azzurro semplicemente domina, aggiornando il conto a 15 vinti degli ultimi 16: 7-3.
Il terzo set mostra chiaramente i due abbastanza provati dall’umidità precedente, anche se le condizioni evidentemente hanno un miglioramento col passare dei minuti. Draper, ad ogni modo, cambia semplicemente tattica, soprattutto in funzione della sua situazione già abbastanza complessa. Prova ad accorciare gli scambi ogni volta che può, il londinese, e fino al quinto gioco, bene o male, questo riesce a farlo quando si trova al servizio.
Nel sesto, però, viene passato da Sinner che gli strappa la battuta a 30, riuscendo così a prendersi quell’opportunità che non era riuscito a sfruttare nel secondo gioco. Draper ormai è fondamentalmente fermo, e dopo il servizio in generale tende a muoversi poco, quando si muove. Jannik lo sa e comincia a infilare risposte vincenti in serie, non necessitando neppure di tornare a servire. Chiude direttamente sul 6-2 e si prende la seconda finale Slam dell’anno.
In una giornata difficile per entrambi i giocatori, conta come al solito la grandissima efficacia di Sinner sulla seconda (74% di punti vinti). Ma conta anche il grande differenziale tra vincenti ed errori gratuiti: 43-34 contro 29-43, in buona sostanza un +9 contro un -14. Che, poi, nei match tirati (e questo per due set lo è), è un dato che fa tanta differenza.