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Olimpiadi Scacchi 2024: Italia, doppia vittoria nel 10° turno. India vincitrice dell’Open. Domani azzurri con la Norvegia di Carlsen

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Luca Moroni
Moroni / FIDE / Mark Livshitz

Si è concluso il decimo e penultimo turno alle Olimpiadi Scacchistiche 2024 in quel di Budapest. Nella capitale ungherese la principale notizia riguarda l’India, che conquista ufficialmente il titolo nella sezione Open. Battuti gli Stati Uniti per 2,5-1,5: decisive le vittorie di D (Dommaraju) Gukesh su Fabiano Caruana e di Arjun Erigaisi su Leinier Dominguez Perez, a far da contraltare alla sconfitta di Praggnanandhaa contro Wesley So e alla patta tra Vidit Gujrathi e Levon Aronian. Poiché l’India è a quota 19, e a due punti c’è solo la Cina, che però ha già sconfitto, ecco che il titolo è automatico, ed è la prima volta per quella che promette di essere una straordinaria generazione di giocatori, per i quali non è ancora ben chiaro quale sia l’ultimo limite di forza. C’è ovviamente ancora lotta per il podio, con la Cina che è molto vicina ad esserselo assicurato e la Slovenia terza a quota 16; a 15 ci sono USA, Ucraina, Uzbekistan, Serbia, Ungheria, Armenia, Spagna e Francia.

In campo femminile i giochi non sono ancora chiusi. Pareggiando 2-2 contro la Georgia, il Kazakistan si è fatto raggiungere dall’India a quota 17, ma questo è come trovarsi sotto perché lo scontro diretto era andato alle indiane. In terza posizione, alla ricerca di potenziali scivoloni da parte delle due squadre di testa, ci sono USA e Polonia, per quella che si preannuncia una domenica finale letteralmente di fuoco.

Veniamo al capitolo dell’Italia, che con la squadra Open vince per 3-1 sul Perù, capace due anni fa di dare un grosso dispiacere agli azzurri rovinandone una splendida rassegna. Stavolta ciò non accade. Daniele Vocaturo e Francesco Sonis, in prima e quarta scacchiera, pattano senza troppi brividi con Jorge Cori e Fernando Fernandez: soprattutto il risultato della prima scacchiera è importante, perché Cori risulta l’unico giocatore con un ELO simile a quello del suo corrispettivo (sia lui che Vocaturo sono in zona 2600). Tocca a quel punto a Lorenzo Lodici e Luca Moroni spingere sull’acceleratore contro Gianmarco Leiva e Diego Quillas. Lodici, con il Bianco, riesce a forzare la vittoria dopo una partita davvero convulsa, in cui si decide tutto sui problemi di tempo suoi e di Leiva verso la 40a mossa (e l’incremento di 30’+30″ a mossa dopo i precedenti 90’+30″). Ritrovatosi con un Alfiere netto di vantaggio contro un pericoloso pedone passato sulla colonna b del Nero, l’italiano riesce a manovrare molto bene e a convertire questo finale in una vittoria, lavorando affinché il pedone h possa viaggiare verso la promozione. Ne risulta un abbandono di Leiva dopo 58 mosse.

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Tutto questo sia Moroni che Quillas lo vedono bene pur se giocano la loro partita, che infatti, se vogliamo, non è proprio la perfezione. Anzi, si tratta di un autentico saliscendi di emozioni: in una posizione assai bloccata scaturita dalla linea standard della Difesa Moderna, il peruviano ha dei grossi problemi di tempo (8 minuti per 17 mosse, più 30 secondi a tratto). Inizialmente tiene, poi lascia molto spazio alla pressione sempre maggiore di Moroni (con il Nero) sulla colonna f e si ritrova in svantaggio. A un certo, punto, però, il Grande Maestro di Desio sembra perdere la bussola, salvo poi ritrovarla dopo l’ultimo errore del suo avversario alla 62a mossa, che gli permette una chiusura di grandissima brillantezza con la Donna tra scacchi e catture e la finezza conclusiva 78… Te7 che provoca l’abbandono di Quillas.

Tra le donne, se possibile, i brividi sono ancora maggiori, perché la Finlandia ce la mette tutta per strappare almeno un 2-2. Non ci riesce, perché arriva il 2,5-1,5 Italia. Posta la patta (con grandissimo rischio corso) di Marina Brunello contro Anastasia Keinanen per tripla ripetizione di posizione, sono le altre scacchiere a esprimere pienamente il concetto di fuoco. Giulia Sala continua nel suo ottimo momento e batte Heini Puuska, che non vede un meraviglioso sacrificio di Torre alla 25a mossa e, poi, si ritrova in una rete di matto che ha parecchio di artistico. Finisce in 33 mosse. Nel frattempo, il filo del brivido corre tra le scacchiere centrali.

In seconda Elena Sedina passa, dalla 19a alla 24a mossa, da un buon vantaggio a una posizione drammaticamente difficile, con materiale sì pari, ma Torre, Cavallo e Alfiere di Lilja Bederdin (Bianco) tutti nella parte di scacchiera in alto a destra ad attaccare il Re del Nero. La finlandese rimane con due pedoni in più sulle colonne g e h, ma la veterana del movimento scacchistico femminile azzurro resiste stoicamente e a un certo punto sembra poter sfruttare un miracolo (un pedone perso dal Bianco in malo modo alla 46a). Non trova però la continuazione che patta, e dopo 59 mosse non può impedire che, prima o poi, uno dei due pedoni bianchi lontani tra loro vada a Donna. Tutto resta così nelle mani di Olga Zimina. Che, con il Bianco, si trova implicata in una linea che diventa Indiana di Donna con fianchetto stile Catalana chiusa: un’apertura che Johanna Paasikangas-Tella soffre. Segue una partita da brividi, con un’enorme quantità di risvolti che non si può riassumere in poche righe: sta di fatto che Zimina riesce a infilarsi, dopo infinite vicissitudini, in un finale con la qualità di vantaggio (Donna e Torre contro Donna e Alfiere) e a convertirlo nella vittoria per abbandono in 77 mosse.

Per l’ultimo turno, ad azzurri ed azzurre sono stati riservati accoppiamenti semplicemente da brividi. Come nel 2022, infatti, l’Italia Open si ritroverà di fronte la Norvegia, ma se allora era un terzo turno, questa volta è quello conclusivo e ci si gioca comunque un certo numero di obiettivi importanti. E resta la grande domanda: Magnus Carlsen sarà schierato oppure no? Ricordiamo che nel 2022 finì 3-1 a favore dell’Italia, con patta di Daniele Vocaturo contro il cinque volte Campione del Mondo. Alle donne è andata parimenti male: la Bulgaria di Antoaneta Stefanova e Nurgyul Salimova, che pur avendo reso meno del dovuto ha comunque pareggiato con la fortissima Georgia. Gli azzurri partono dal 31° posto, le donne dal 20°, e l’obiettivo è finire nelle prime 29 e 12 europee rispettivamente. Annotazione di rilevante importanza: si gioca non alle 15:00, ma alle 11:00.

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