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Olimpiadi Scacchi 2024: Italia, gran doppio pareggio con l’Azerbaigian. India Open in fuga, femminile battuta dalla Polonia

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Giulia Sala
Sala / FIDE / Michal Walusza

Si è conclusa una giornata davvero lunga e intensa alle Olimpiadi Scacchistiche 2024 in quel di Budapest. Ottavo turno in archivio, ne mancano tre alla conclusione e, se in quota Open per l’India non sembrano esserci più avversari (8/8, battuto anche l’Iran con un sonante 3,5-0,5 e Parham Maghsoodloo che crolla in finale contro D Gukesh: 2 punti di vantaggio su Ungheria e Uzbekistan), nel femminile le cose cambiano radicalmente. La selezione indiana, infatti, viene sconfitta dalla Polonia, fatto che causa il riaggancio a quota 14 da parte delle polacche stesse e del Kazakistan.

Andiamo dunque a vedere le quattro patte del confronto Open. Daniele Vocaturo, contro Aydin Suleymanli, si trova a giocare la Spagnola chiusa: un ottimo sistema se si vuole giungere all’equa divisione del punto. Cosa che, infatti, avviene dopo 39 mosse e nessun problema di sorta (anzi, si può dire che per un breve momento il numero 1 d’Italia una posizione di vantaggio l’abbia avuta). In quarta scacchiera, davvero bravo Sabino Brunello a fermare Shakhriyar Mamedyarov. L’Azerbaigian usa l’ex numero 2 del mondo come uomo in grado di acchiappare punti in quella fattispecie, ma non ha fatto i conti con una versione di Sabino che è forte abbastanza da essere, ad oggi, la settima miglior “quinta scacchiera” (sarebbe la riserva, ma proprio questo non è un termine propriamente corretto) di questa edizione olimpica. Partita tenuta perfettamente dall’azzurro, che costringe il quotato avversario a pattare dopo 49 mosse.

Così, dopo l’altro mezzo punto diviso per ripetizione di posizione tra Francesco Sonis e Rauf Mamedov (altro risultato di rilievo, dato che lo stesso Mamedov ha fatto parte del club dei sopra 2700 ELO), tutti si concentrano sulla partita tra Lorenzo Lodici e Nijat Abasov, l’uomo che ha giocato il Torneo dei Candidati ad aprile. L’azzurro, con il Nero, per la verità, fino alla 31a mossa ha l’iniziativa, ma compie una 31… Ah6 troppo lenta, e così la situazione va a pareggiarsi. Il surreale arriva dopo: in una posizione con pedone in più per Abasov (con il Bianco) non sfruttabile, l’azero prova a prendere per sfinimento Lodici, in stile Magnus Carlsen (autore peraltro, oggi, di una gran partita contro il vietnamita Le Quang Liem). La scena assume contorni, se vogliamo, sempre più pittoreschi col tempo: i due vanno avanti, il capitano azero Teimour Radjabov lascia uno sbadigliante Mamedov a guardare, i contendenti vanno avanti e ancora avanti, fino a quando, alla 151a, decidono che può bastare così.

Il confronto femminile viene deciso, sostanzialmente, da quello che accade in seconda e quarta scacchiera. Innanzitutto, in seconda Olga Zimina deve cedere, con il Bianco, a Ulviyya Fataliyeva, attuale detentrice del titolo europeo. Tutto cambia alla 27a mossa in posizione peraltro teoricamente pari, ma praticamente con il Nero (Fataliyeva) molto più spinto verso l’attacco. Fatale il cambio delle Donne in e4 chiamato dal Bianco, e accettato, che apre la colonna f alla Torre nera, provocando guai serissimi alla posizione di Zimina, costretta all’abbandono dopo 43 mosse e due pedoni in meno.

In quarta, invece, Giulia Sala compie quella che si può configurare come una vera impresa contro Khanim Balajayeva, un rating ELO superiore di quasi 300. Si gioca un’interessante variante di quella Partita Scozzese che negli Anni ’80 Garry Kasparov rianimò, e tutto cambia alla 23a mossa quando per Sala si presenta la seguente situazione: giocare con Donna contro due Torri. Sfida accettata e che fa entrare le due in una posizione difficile da interpretare in partita viva, con il Bianco (l’italiana) in chiaro vantaggio, ma che inizialmente non ha mosse intuitive per sfondare. Lo fa dalla 47a alla 51a, riuscendo a tagliare la comunicazione delle Torri nere costringendo il Nero a perderne una. Alla 60a, con matto in vista, Balajayeva abbandona. Tutto questo, unito alle patte di Marina Brunello ed Elena Sedina contro Gunay Mammadzada e Govhar Beydullayeva, porta alla parità (qualche rischio per la prima, nessuno per la seconda).

A questo punto della situazione, l’Italia Open si trova a un interessante 27° posto in classifica, nel gruppo a quota 11, mentre quella femminile è attualmente 26a con lo stesso punteggio. Per la squadra azzurra Open ora c’è un confronto da non perdere, contro la Francia. Che, è vero, non ha Alireza Firouzja, ma ha pur sempre fior di giocatori: dall’ex numero 2 mondiale Maxime Vachier-Lagrave all’ex numero 9 Etienne Bacrot, passando per Marc’Andria Maurizzi (classe 2007 di Bastia, il più giovane Grande Maestro francese della storia), Laurent Fressinet e Maxime Lagarde. Una squadra forte, ma che l’Italia, come al suo solito, affronterà a viso aperto. In campo femminile, invece, tocca in sorte l’Iran, che paradossalmente è meno difficile dell’Azerbaigian con una media ELO di 2165: le componenti sono Mobina Alinasab, Tannaz Azali, Setayesh Karimi, Parva Behzad Nazif, Vesal Hamedi Nia.

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