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Olimpiadi Scacchi 2024: Italia, miracolo olandese! Lodici batte Giri, gli azzurri s’impongono e volano dopo tre turni

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Lorenzo Lodici
Lodici / FIDE / Maria Emelianova

Il terzo turno delle Olimpiadi Scacchistiche 2024, in corso di svolgimento a Budapest, inizia a regalare i primi risultati a sorpresa e anche nuovi episodi perlomeno particolari. Tra questi pronostici sovvertiti, fortunatamente, ce n’è anche uno che riguarda l’Italia, nello specifico quella Open. Gli azzurri, infatti, riescono in una grande impresa, quella di sconfiggere i Paesi Bassi per 3-1. Ma non solo: all’interno del successo sugli olandesi c’è un altro risultato, di straordinaria rilevanza, da rimarcare. E non è forse esagerato dire che si tratti di uno dei momenti più importanti dell’Italia scacchistica negli ultimi trenta-quarant’anni, eccezion fatta per il periodo da italiano di Fabiano Caruana.

Il colpo di mano, infatti, lo va a piazzare Lorenzo Lodici, che batte in maniera clamorosa Anish Giri, l’ex numero 3 del mondo, top ten per un tempo molto lungo, attuale numero 22 della classifica FIDE e ancora giocatore popolarissimo anche per il suo spirito sempre pronto a far sorridere gli internauti (oltre 300.000 followers su Twitter/X). Dopo la variante di San Pietroburgo della Nimzo-Indiana (peraltro quella è anche la città dov’è nato Giri, che vive nei Paesi Bassi dal 2008). L’olandese, con il Nero, guadagna un piccolo vantaggio, ma commette due errori. Il primo, abbastanza veniale, è una lenta sedicesima mossa di Torre, in g8, l’altro, fatale, arriva alla ventesima. Ce4, infatti, apre la strada a una brillantissima combinazione di Lodici che, con il Bianco, ci mette cinque mosse a portare entrambe le Torri sulla settima traversa. La posizione è di grandissimo vantaggio per l’azzurro, e alla 31a Giri deve abbandonare creando una delle due enormi sorprese di giornata (dell’altra si parlerà più avanti), ma anche la più bella per il clan azzurro.

Questo anche perché, nel frattempo, Luca Moroni si era trovato in posizione molto inferiore, e poi persa, contro Jorden van Foreest nel giro di 29 mosse, quelle nelle quali il venticinquenne di Utrecht, facente parte di una vera e propria dinastia, porta a casa il punto intero. Sulle altre scacchiere sembra materializzarsi ancora un successo olandese, ma le fortune cambiano a favore dell’Italia nel giro di mezz’ora. Francesco Sonis, infatti, regge in posizione inferiore scaturita da un cambio pedonale non ideale. Poi, alla 24a mossa, si vede arrivare in seconda traversa le Torri del Nero, manovrato da Max Warmerdam. Il problema è che queste Torri non sono le stesse di Lodici con Giri, perché su un’imprecisione dell’olandese l’italiano, con il Bianco, s’inventa due mosse (27. d6 con tentato sacrificio di Torre e poi 31. Txe5, una seconda Torre messa in presa) di altissima classe, dall’effetto tanto spettacolare che Warnerdam abbandona. Quel 2-1 Italia si trasforma in 3-1 nel momento in cui Erwin L’Ami, evidentemente cosciente dell’accaduto altrove, finisce per far crollare la propria posizione contro Sabino Brunello, a quel punto capace di gioco facile nel far festeggiare il team azzurro. Ed è una vittoria particolare anche per Loek van Wely, il capitano tricolore, che per tantissimo tempo è stato tra i migliori giocatori olandesi (e a un certo punto in top ten mondiale).

Per quel che riguarda la squadra femminile, invece, accade l’inevitabile: prima sconfitta del torneo contro la Cina. L’Italia riesce a guadagnare mezzo punto in ragione della patta in seconda scacchiera di Olga Zimina con Yuxin Song (poteva peraltro esserci, prima di un’imprecisa 22a mossa, qualche margine per fare di più). Per il resto, Marina Brunello finisce in posizione passiva all’interno di una situazione di gioco tra le più chiuse della Difesa Caro-Kann, consentendo a Zhu Jiner di sfoderare un gioiello in formato 21. Tf6, un sacrificio di Torre che vale l’iniziativa sulla scacchiera, molto superiore al miglior materiale dell’italiana. Merito alla numero 1 azzurra per una difesa lunga e strenua, ma alla fine la cinese sfonda con Donna e Cavallo e c’è l’abbandono in 49 mosse per Brunello. Resta indietro fin dall’apertura Tea Gueci contro Guo Qi (finisce in 34) e anche per Elena Sedina c’è da cedere il punto intero a Miaoyi Lu (abbandono in 36). Risultato finale: 3,5-0,5 per la Cina.

Parlavamo di sorprese: mette a segno l’altra di grande rilevanza la Lituania contro la Germania, un 2,5-1,5 in cui è decisiva la vittoria di Titas Stremavicius sul migliore dei tedeschi, Vincent Keymer. Cadono anche la Francia (2,5-1,5 per il Montenegro con Nikita Petrov che batte Marc’Andria Maurizzi e tanto basta in mezzo alle altre tre patte) e la Cechia (2,5-1,5 per il Canada con David Navara non adeguatamente sostenuto dai compagni). L’episodio curioso della giornata lo regala però Magnus Carlsen, che arriva in ritardo in sala di gioco, in bicicletta e sotto la pioggia. Con 10 minuti di ritardo, gioca una Siciliana, batte il colombiano Roberto Garcia Pantoja e guida la Norvegia al 3,5-0,5.

In campo femminile, invece, al di là della caduta dell’Ungheria padrona di casa con l’Uzbekistan, i pareggi in Georgia-Romania e Grecia-Polonia vanno a tutto vantaggio di India (3-1 con la Svizzera perché il trio Vaishali-Divya-Vantika ribalta la vittoria di Alexandra Kosteniuk, da tempo sotto bandiera rossocrociata, su Harika Dronavalli), Cina, Ucraina e USA.

Veniamo alle due classifiche: in quella Open restano in 16 a punteggio pieno, con l’India leader per miglior secondo criterio di spareggio tecnico su USA e Uzbekistan. L’Italia si va a piazzare al 14° posto. Per quanto riguarda la femminile, invece, leadership a tre per USA, Spagna e Inghilterra, con l’Italia nel gruppo a 4 punti, al 48° posto.

Nella giornata di domani, sfida da brividi per l’Italia Open: ci sarà infatti l’Ungheria padrona di casa, il che significa dover avere a che fare con l’illimitato tasso di fantasia di Richard Rapport e con la grandissima esperienza di un autentico totem quale Peter Leko. Per la femminile, invece, incontro decisamente accessibile con la Macedonia del Nord, che ha una media ELO di 2026, molto inferiore rispetto a quella azzurra (2261).

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