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Rugby, Andrea Duodo “Competenze e professionalità per rilanciare la Federazione e il rugby”

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Andrea Duodo
Duodo / Federugby via Getty Images

Si è concluso lo scorso weekend l’impero di Marzio Innocenti alla guida della Federazione Italiana rugby. Il quadriennio che doveva, secondo i presupposti dell’ex capitano azzurro, essere di rottura rispetto al fallimentare passato targato prima Dondi e poi Gavazzi, ha invece portato ad accrescere i problemi e il malcontento all’interno del rugby italiano. E, così, ecco che a Bologna a venir eletto è stato Andrea Duodo. Ma cosa ci si deve aspettare ora? O, almeno, cosa promette il neopresidente (che tra il dire e il fare, si è visto, c’è di mezzo il mare)?

“Abbiamo bisogno di inserire competenze e professionalità nella nostra gestione, per creare un Centro Servizi che sarà disponibile a tutti” le prime parole di Duodo. E di sicuro competenze e professionalità negli ultimi 20 anni si sono viste raramente, con gli stessi personaggi di dubbia qualità a venir riconfermati presidenza dopo presidenza. Ma competenze e professionalità dovrebbero anche partire dai club, dove la vocazione “pane e salame” ha fatto più danni che altro.

Altro punto fondamentale sono le Zebre, con la franchigia federale che da anni è la Cenerentola del rugby europeo, con milioni buttati via e senza neanche fornire un numero congruo di giocatori all’Italia. “Entriamo in una stagione già partita: le Zebre continueranno ad avere la loro progettualità per questa stagione, poi ragioneremo insieme per fare in modo di rendere efficiente e competitiva la nostra Franchigia. Vaglieremo tutte le possibilità per valorizzare il prodotto Zebre, aprendo un tavolo di ascolto con chi avrà voglia di promuovere la squadra e di impegnarsi” le parole di Duodo.

Infine, altra nota dolente da anni, i campionati nazionali. Abbandonati a loro stessi, gestiti male dai club stessi, con nomi improponibili e strutture folli. “Dobbiamo essere riconoscenti ai club per gli impegni profusi, per questo dovremo lavorare per far crescere la Serie A Elite in modo strutturale. In generale, i campionati vanno riformati e ristrutturati profondamente, valorizzando ogni categoria, magari anche cambiando loro il nome e tornando alle nomenclature tradizionali. Mi fiderò delle competenze dei componenti della squadra che si occuperanno della questione” ha concluso il neopresidente.

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