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Scacchi, Magnus Carlsen migliore di sempre per la FIDE: “Carriera di Kasparov migliore, lui sarebbe contro Russia e Bielorussia riammesse”

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Magnus Carlsen
Carlsen / FIDE / Michal Walusza

Non di sole Olimpiadi Scacchistiche si vive a Budapest. A margine dell’ottavo turno di ieri, infatti, si è tenuta la premiazione dei FIDE 100 Awards, premi celebrativi dei cent’anni della Federazione internazionale. 18 le personalità premiate. Tra questi, come miglior giocatore di tutti i tempi, Magnus Carlsen. Il norvegese ha buon diritto per entrare effettivamente nel discorso a ciò legato: numero 1 dal 2010, praticamente da allora anche sopra quota 2800 senza mai finire al di sotto di essa, 5 volte Campione del Mondo e un’infinità di altri riconoscimenti parlano per lui.

Carlsen, all’atto della premiazione, ha però tenuto un discorso di accettazione che ha fatto rapidamente il giro del mondo per due motivi. Il primo è che, pur riconoscendo quanto fatto, ha dichiarato apertamente: “Sono molto contento di ricevere questo premio, ma nella mia personale opinione penso ancora che Garry Kasparov abbia avuto una carriera scacchistica migliore della mia. Capisco perché ho ricevuto il premio, ma lui lo merita di più“. Un reale attestato di riconoscimento all’uomo che per vent’anni ha semplicemente portato gli scacchi a un altro livello, sia alla scacchiera che lontano da essa.

E proprio di quel lontano, di cui Kasparov si occupa dal ritiro avvenuto nel 2005 (salvo qualche sporadica apparizione una tantum ad alcuni tornei), finisce per occuparsi Carlsen, in una dichiarazione per lui rarissima, ma lucidissima: “Vorrei dire, almeno in onore di Garry, che sono sicuro che coglierebbe l’opportunità di schierarsi contro la riammissione delle federazioni scacchistiche di Russia e Bielorussia, per cui questo è ciò che faccio anche io. Grazie“.

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La questione ha rapidamente raggiunto le orecchie del mondo scacchistico e anche oltre, ma dobbiamo fare un passo indietro per spiegare come stanno le cose. Prima delle Olimpiadi Scacchistiche, la federazione del Kirghizistan ha presentato una proposta mirata a togliere le restrizioni attualmente poste su Russia e Bielorussia. Attualmente questi due Paesi sono sospesi dal Consiglio della FIDE, e non possono partecipare a tornei ufficiali con squadre proprie; gli individuali possono solo competere come neutrali. Va detto anche che diversi hanno cambiato Paese per il quale giocare.

Questa proposta ha causato l’ira non soltanto dell’Ucraina, ma anche di diverse Federazioni occidentali e anche dell’ECU (European Chess Union, Unione Scacchistica Europea), che proprio ieri, ne tumulto aumentante, ha richiesto all’Assemblea Generale di mantenere le restrizioni, e l’ha fatto con una certa energia. Del resto, c’è di mezzo anche la policy in merito del CIO: non va dimenticato che la FIDE è riuscita a entrare tra le Federazioni riconosciute dallo stesso nel 1999.

Una volta appreso quanto dichiarato da Carlsen, Kasparov, via Twitter/X, si è espresso così: “In tante maniere, difficilmente avrei potuto sperare in un miglior successore di Magnus. Non è necessario avere una grande personalità per essere un grande giocatore di scacchi; per lui, raggiungere entrambi gli status è doppiamente impressionante“. Il 13° Campione del Mondo, tra i maggiori oppositori di Putin, non vive più in Russia da lustri e dal suo ritiro è diventato attivista su più fronti, non ultimo il più recente, quello della guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina. Di recente il governo russo lo ha inserito nella lista dei “terroristi ed estremisti”.

La vicenda dell’eliminazione delle restrizioni contro Russia e Bielorussia, peraltro, si è arricchita di nuovi elementi negli ultimi giorni. Due giorni fa, mercoledì, il Consiglio della FIDE, come riportato con dettagli dal sito specializzato Chessdom, ha respinto la proposta della Federazione kirghisa. C’è del resto una pressione importante sia del CIO che dell’ARISF (che in italiano si traduce come Associazione delle federazioni sportive internazionali riconosciute dal CIO). Ora l’Assemblea Generale (che è l’organo più alto), ad ogni modo, potrebbe comunque approvare la proposta, che sarà precedente sottoposta al comitato consultivo (Advisory Board) della FIDE. La Federazione internazionale è attualmente presieduta da Arkady Dvorkovich, che in passato è stato vice primo ministro russo.

Mentre questa vicenda è ancora in evoluzione, ci sono da rimarcare anche gli altri premi assegnati dalla FIDE, a partire da quelli per la miglior giocatrice di sempre, inevitabilmente Judit Polgar: l’ungherese è stata la prima donna di sempre a entrare nella top 10 assoluta. Questi gli ulteriori:

Sostenitore delle donne negli scacchi: Jean Michel Rapaire
Impatto sociale: Chess for Freedom, ufficio dello sceriffo della contea di Cook (attualmente è Tom Dart)
Miglior educatore: Abel Talamantez
Inclusività: IPCA, IBCA e ICCD
Miglior allenatore: Vladimir Tukmakov
Miglior allenatrice: Susan Polgar
Miglior arbitro: Andrzej Filipowicz
Miglior arbitra: Anastasia Sorokina
Miglior fotografa: Anastasia Karlovich
Miglior influencer sui social media: Hikaru Nakamura
Miglior giornalista: Leonard Barden
Torneo a inviti più memorabile: Linares
Miglior libro: My 60 Memorable Games (Bobby Fischer), noto in Italia come “60 partite da ricordare”, edito prima da Mursia e poi da Caissa Italia
Miglior team femminile: Georgia
Miglior team maschile: Armenia

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