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Sinner e la Wada: niente ricorso al TAS. Ma a sorpresa non è finita

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Jannik Sinner
Sinner / Lapresse

Finisce qui l’incubo di Jannik Sinner, da oggi ufficialmente prosciolto da ogni accusa di doping. Come riporta il Corriere della Sera, la Wada avrebbe infatti rinunciato alla possibilità di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale Internazionale dello Sport (Tas) contro la sentenza dell’Itia (International Tennis Integrity Agency) del 19 agosto che scagionava il numero 1 ATP dopo la doppia positività al Clostebol riscontrata in quantità minime lo scorso marzo.

Il 9 settembre (a mezzanotte) scadeva il termine (21 giorni dopo la sentenza) per fare appello al TAS da parte di Wada (agenzia internazionale antidoping) e Nado Italia (agenzia italiana antidoping), ma entrambe hanno scelto di rinunciare al ricorso. L’assoluzione dell’azzurro, fresco vincitore degli US Open a Flushing Meadows, diventa così definitiva.

Gli avvocati dell’agenzia canadese hanno valutato per tre settimane un possibile appello, maturando questa decisione in base ad una decina di ricorsi al TAS con protagonista proprio il Clostebol, sostanza vietata che si trova di fatto solamente in pomate o spray cicatrizzanti (come il Trofodermin del caso Sinner). I tribunali sportivi, per la positività a questo steroide, non puniscono la volontarietà del dolo ma il livello di attenzione che il soggetto in questione ha avuto nell’evitare la contaminazione.

L’ormai nota ricostruzione degli eventi offerta dagli avvocati di Sinner si è rivelata efficace e di fatto inattaccabile, convincendo Wada ad evitare il ricorso. A conti fatti da questa vicenda l’altoatesino esce con 400 punti in meno nel ranking mondiale e senza il montepremi di Indian Wells, ma adesso potrà affrontare i prossimi impegni con maggiore serenità dopo essersi tolto un peso dalle spalle.

AGGIORNAMENTO 14.55

La vicenda non è ancora finita del tutto, almeno per il momento. La Wada considera infatti “il caso ancora aperto e l’indagine in corso” in base a un comma dell’articolo 13.2 del Codice Antidoping che le consente di far partire il termine di 21 giorni per l’appello dal momento in cui ha ricevuto il fascicolo completo relativo alla decisione anziché dal giorno di deposito della sentenza. L’agenzia mondiale antidoping avrebbe dunque richiesto documentazione aggiuntiva sul caso Sinner all’Itia, ma non vuole comunicare in che data ha ricevuto (e se ha ricevuto) tutto il materiale preso in considerazione da Sport Resolutions per emettere la sentenza di non colpevolezza.

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