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Sinner spera nel precedente di Palomino: l’argentino fu assolto dal TAS

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Sinner / LaPresse

C’è un precedente. Nella mattinata odierna la comunicazione che non ti aspetti da parte della WADA: “L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) conferma di aver presentato giovedì 26 settembre un ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS) per il caso del tennista italiano Jannik Sinner, giudicato da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) senza colpa o negligenza per essere risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024. La WADA ritiene che la constatazione di “assenza di colpa o negligenza” non sia corretta ai sensi delle norme vigenti. La WADA chiede un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni. La WADA non chiede la squalifica di alcun risultato, salvo quella già inflitta dal tribunale di prima istanza. Poiché la questione è ora pendente davanti al CAS, la WADA non farà ulteriori commenti in questo momento“.

Dunque, il ricorso al TAS dall’Agenzia è arrivato con una richiesta ben precisa, ma senza andare a toccare i riscontri sportivi di Sinner. Giusto sottolineare che la pena prevista per assunzione involontaria ma con negligenza sarebbe due anni. Si può scendere a un anno se si considerano le diverse attenuanti e la WADA ha fatto appello nel merito, ovvero dovrà dimostrare che una qualche forma di negligenza di Sinner ci sia stata a fronte di una prima sentenza che aveva dimostrato l’innocenza.

Un caso paragonabile a quello di Sinner è quello del calciatore argentino José Luis Palomino, attualmente al Cagliari e trovato positivo a una quantità di Clostebol di circa 10 volte superiore a quella dell’altoatesino quando giocava tra le fila dell’Atalanta. Il sudamericano era stato in un primo tempo deferito da Nado Italia e rinviato a giudizio dal procuratore Pierfilippo Laviani il 26 luglio 2022.

Assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping il 7 novembre dello stesso anno, Palomino è stato costretto al passo successivo dal ricorso presentato dalla Procura Nazionale Antidoping al TAS. Il Tribunale Arbitrale dello Sport, che non ha ancora reso noto il dispositivo, ha respinto il ricorso, confermando la sentenza del TNA e, dunque, la tesi dell’assunzione involontaria portata avanti dal difensore centrale argentino. TAS che poi ha condannato Nado anche a pagare le spese legali.

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