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US Open, Monaco: “Il torneo di Sinner inizia adesso. Cobolli e Arnaldi non sono come Berrettini e Musetti”

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Nuova puntata dello speciale di TennisMania dedicato agli US Open 2024. Tanto, tantissimo il materiale soprattutto italiano, particolarmente legato a Jannik Sinner e Jasmine Paolini. La conduzione è di Guido Monaco, insieme a Massimiliano Ambesi, sul canale YouTube di OA Sport.

Si parte analizzando la giornata italiana nel complesso: “Nello sport ci sono i livelli. Su Sinner non c’erano dubbi, qualcosa in più su Paolini, negli altri tre si sono viste le differenze. Medvedev ha giocato sei finali tra Melbourne e New York, era una visione un po’ ottimistica quella di Cobolli che potesse fare partita. Quando noi freniamo gli entusiasmi su Cobolli e Arnaldi, crescita e possibilità, bisogna sempre vedere da che prospettiva si guardano le cose. Guardandola dal lato non tifoso, hanno fatto un ottimo tonreo. Pensando invece che loro siano già al livello di Musetti o Berrettini è un errore. Magari potranno esserlo tra qualche tempo, i livelli possono cambiare, ma Thompson sta giocando il suo miglior tennis, ha 10 anni di circuito in più. Arnaldi è stato molto falloso. Cobolli non ha assolutamente sfigurato, ma oggi indubbiamente Medvedev è di un’altra categoria. Il dubbio è: riuscirà mai ad averla? Nel caso significherebbe aver raggiunto il massimo possibile. Ho qualche dubbio e spero venga smentito“.

Ulteriore precisazione: “Tante volte noi appassionati o addetti ai lavori vediamo un numero davanti al nome e ci facciamo prendere da discorsi frettolosi. Ci vogliono fondamenta. Quante volte Cobolli ha giocato su un grande campo su un grande campione? Però inizia ad avere le sue esperienze. Però calma e sangue freddo. Medvedev è un muro e mi stupisce non abbia vinto di più. Le finali che ha perso con Nadal e Sinner gridano vendetta dal suo punto di vista“.

E a chi critica la stagione di Matteo Arnaldi: “Uno che conferma la classifica dopo esserci arrivato così in fretta, fa ottavi a Parigi, semifinale 1000, non può aver avuto una stagione negativa. Il livello suo, di Cobolli e di Darderi: se arrivano al terzo turno o agli ottavi hanno fatto un torneone. La vera carta mancata è stata Musetti“.

Sempre più record per la numero 1 d’Italia, che ormai guarda alle vette della WTA: “Gioiamo dell’ulteriore convincente performance di Jasmine Paolini, che aveva di fronte una giocatrice di stazza simile alla sua. Ha gestito sempre la partita contro una giocatrice che ha confermato i suoi miglioramenti e dall’altro di essere una Rublev al femminile, nel senso che ogni due per tre ha degli scatti e si gira verso Matteo Donati, il suo allenatore. C’era preoccupazione perché Jasmine era stata molto fallosa in doppio, ma qui è stata ottima. Il problema è che ora c’è Muchova che gioca un tennis meraviglioso ed è in grande forma. Con lei l’unico appiglio cui possiamo attaccarci è la solidità. Giocando un tennis così bello, ma difficile, se si va in lotta lei qualcosa può concederti. Per il resto è freschissima, è rientrata da due mesi, qui ha battuto Naomi Osaka. A essere ottimisti è 50/50. Il turno successivo è Haddad Maia-Wozniacki, e c’è da sperare in un quarto più morbido. Vale la pena ricordare che Jasmine ha 28 anni, a gennaio 2024 non era mai arrivata al terzo turno e quest’anno è arrivata a 18 partite negli Slam. Lei e Sinner sono quelli che hanno vinto più partite in assoluto al mondo nel 2024“.

Siccome è la prima volta da 22 anni in cui non ci sarà uno tra Federer, Nadal e Djokovic a vincere uno Slam, è inevitabile tracciare una linea: “Dei Big Three hanno vinto una volta uno Slam (Federer 2003). Due volte due. Nove volte tre su quattro. Otto volte quattro su quattro. Stiamo parlando, al netto di tutti gli elementi, di qualcosa di clamoroso. Con in mezzo Murray e Wawrinka che non sono stati dei comprimari“.

Inevitabile l’argomento di Jannik Sinner, protagonista del match più semplice finora contro l’australiano Christopher O’Connell: “Nel post-partita Sinner era molto più sereno e soddisfatto della sua situazione. Man mano che crescerà la serenità fuori dal campo, inevitabilmente crescerà il piacere di stare in campo e il livello. Questo preoccupa gli avversari. Quando ha perso il primo set con McDonald qualcuno ha fatto le pulci. Io sorrido un po’, è chiaro che adesso c’è un’attenzione ancora più spasmodica su ogni errore o momento. Non è che se perde un set è qualcosa di preoccupante. Ma da ora in poi… Ho visto per buona misura Paul, con Diallo c’era da cambiare canale perché a turno non centravano il campo. Col dritto era molto in difficoltà, è andato sotto due break nel quarto. Se devo fidarmi di quel che ho visto ieri non vedo troppi problemi. Mi sembra che, a proposito di categorie, non ce ne siano due, ma almeno una a favore di Sinner“.

Spazio anche a un excursus sugli States in generale: “Gli americani tendono a preferire giocare tornei minori piuttosto che fermarsi ed allenarsi. Evidentemente sono problemi logistici e loro gusti. Ma mantengono un livello di forma piuttosto costante. Fritz ci è arrivato con più tennis rispetto a Paul. Che però è ormai stabilmente lì. E’ il primo vero test per Sinner, c’è del margine. Sancisce, questa partita, il vero via del torneo per Jannik. A proposito di rumore, molti si sono lamentati per via del fatto che ora nelle file superiori possono muoversi liberamente. Anche gli americani si sono lamentati“.

Un’analisi più ampia sul tabellone vede due giocatori potenzialmente in un differente tipo di rampa di lancio: “Vedo in Thompson e Tiafoe una luce. Sono due giocatori con percorsi molto diversi e aspettative diverse che stanno trovando una dimensione mai avuta. Hanno motivazioni molto alte. In più Thompson ha l’occasione della vita, anche se de Minaur è favorito. Popyrin è in un momento di fiducia enorme. Su Thompson e Tiafoe dici ok, bisogna trovare la quadratura del cerchio. Tiafoe dopo anni con Ferreira si è affidato a David Witt, vuole veramente di nuovo fare sul serio. Quella partita vinta di sofferenza con Shelton ne è una prova“.

C’è tempo anche per rimarcare per l’ennesima volta quanto già ben noto sulle convocazioni in Coppa Davis: “Le convocazioni in Davis? Sono provvisorie. Volandri ha dovuto dare le convocazioni quando la classifica mondiale era quella, poi farà tutte le valutazioni fino al giorno prima. Non prendetele per oro colato!

VIDEO: LA PUNTATA DI TENNISMANIA

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