America's Cup
Vegliani spiega: “L’arm di Luna Rossa che non funzionava è fornito dai neozelandesi nella parte fisica e meccanica”
Su Sport2U Stefano Vegliani e Margherita Bottini hanno analizzato la giornata conclusiva del doppio round robin della Louis Vuitton Cup 2024 di vela, che ha visto Luna Rossa avere un problema tecnico che l’ha costretta a disputare lo spareggio contro Ineos, poi perso. L’imbarcazione italiana è comunque in semifinale, ma saranno i britannici a scegliere chi sfidare nel penultimo atto della competizione.
Stefano Vegliani spiega il problema avuto da Luna Rossa: “I round robin della Louis Vuitton Cup sono terminati. Sono cominciati in modo glorioso per Luna Rossa, ma purtroppo non sono finiti in modo altrettanto glorioso, tanto è vero che Luna Rossa ha avuto oggi prima un problema tecnico con l’arm di destra che non si muoveva, ricordo che l’arm è fornito dai neozelandesi sia nella parte fisica che in quella meccanica, quindi ha perso contro Alinghi, mentre Ineos ha battuto Orient Express, e quindi si è vista costretta a disputare lo spareggio con gli inglesi che, non posso dire sorprendentemente, hanno vinto. Luna Rossa ha fatto degli errori, ma comunque Luna Rossa è nelle semifinali della Louis Vuitton Cup. I francesi sono stati gli ultimi ad avere la barca, sono quelli con il budget inferiore, ma hanno sempre detto che era un primo tentativo. Nessuno se lo ricorda, ma alla fine i francesi, tranne che in due edizioni nel 2013 e nel 2021, alla Coppa America sono sempre stati presenti dagli anni ’60“.
Inconvenienti simili sono accaduti già in passato: “L’incidente della prima regata contro Alinghi di Luna Rossa non è una novità, perché alla Christmas Race del 2020 Ineos fu più volte messa ko dallo stesso inconveniente, sicuramente ci hanno messo più di mezz’ora a sistemare tutto il meccanismo e questo non gli ha permesso di arrivare adeguatamente concentrati alla regata con Ineos. Vince chi sbaglia meno, ma anche chi ha meno incidenti, che sono anche imprevisti spesso, perché queste barche tutte le sere quando tornano nel capannone vengono esaminate. Sembra impossibile che possa succedere un inconveniente del genere, ricordiamo che questo meccanismo che ha messo ko Luna Rossa contro Alinghi è uguale per tutte le barche. E’ anche vero che siamo appena alla seconda generazione di queste barche, indubbiamente, poi peraltro il fatto di dare un pezzo one design dovrebbe mettere al riparo, perché è uguale per tutti, ma evidentemente non è così, perché succede spesso“.
Margherita Bottini spiega che i migliori equipaggi sono approdati in semifinale: “Rientriamo nella storia della Coppa America, in qualche modo, quelli che hanno corso di più nel tempo alla fine guadagnano un vantaggio sugli altri, un vantaggio di esperienza, quindi il fatto che Ineos sia all’altezza di Luna Rossa ed American Magic non deve stupire, Alinghi pure aveva meno esperienza, ha lavorato molto di più su queste barche, quindi dal punto di vista della logica di Coppa chi ha lavorato di più è in semifinale. I francesi non hanno mai ottenuto dei risultati, perché, è una delle ragioni, non c’è una continuità. Noi, Luna Rossa, otteniamo dei risultati perché comunque abbiamo anni di continuità, abbiamo costruito un team. I francesi rinascono completamente“.
L’affidabilità delle imbarcazioni, troppo legata alla tecnologia, è una variabile che ha un gran peso: “In questi round robin quello che si è capito chiaramente è che il peggior nemico di ogni Challenger è lui stesso, nel senso che la tecnicità di queste barche, non ancora perfettamente provate, fa rischiare la perdita di punti che forse era inimmaginabile. E’ molto interessante vedere come in realtà questa Coppa America dipenda sempre di più, e per molti troppo, dalla tecnologia, perché è difficile immaginare ciò che può succedere alle barche. Deve essere questa la Coppa America? Non è troppo complicata? Dobbiamo rischiare che i migliori timonieri o i migliori progettisti rischiano di perdere una regata a causa di un problema tecnico che non avevano potuto prevenire? Diciamo che questo fa parte della storia perché è successo sempre, si sono rotti gli alberi, però qui di problemi mi sembra che ce ne siano tutti i giorni tanti. Lo abbiamo visto all’inizio anche con il software di regata che è stato dato dai neozelandesi, però sia gli italiani che gli americani si sono ampiamente lamentati di certi buchi che ci hanno trovato, quindi non dico che bisogna ripensare, ma se io fossi o il prossimo defender o il prossimo sfidante, cercherei nel famoso documento di scrivere un regolamento che non leghi così al discorso tecnico il risultato“.