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Volandri: “Convocazioni 2 mesi prima per marketing. Sinner voleva giocare, Berrettini la miglior notizia”

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Filippo Volandri e Matteo Berrettini
Filippo Volandri e Matteo Berrettini / LaPresse

Nel consueto appuntamento settimanale sul canale YouTube di OA Sport con TennisMania, condotto da Dario Puppo e Guido Monaco, è stato ospite Filippo Volandri, capitano dell’Italia di Coppa Davis, che ha parlato delle convocazioni in vista delle Finali di Malaga e della grande convinzione di poter contare sul miglior Sinner.

Il capitano azzurro tiene a sottolineare subito il concetto di squadra: “Questo lavoro ovviamente non lo faccio da solo, ho delle persone meravigliose che mi aiutano in questo, però c’è sempre un mondo dietro, anche a volte, a delle scelte che sembrano scontate, ovvie, facili, c’è sempre un mondo di ragionamenti, di cose che succedono, di elementi che poi devo sempre valutare e mettere su una bilancia, quindi sì, è andata oggettivamente molto molto bene. Un po’ il concetto di squadra allargata è passato alla grande, il concetto del fatto che poi non necessariamente giochino sempre gli stessi giocatori, quello che poi ho chiesto ai ragazzi, soprattutto nell’avvicinamento, è cercare di far sì che loro siano pronti anche nel momento in cui i propri compagni hanno un’emergenza, un’esigenza, una necessità, in modo tale da farsi trovare sempre pronti, ed anche stavolta lo hanno dimostrato“.

Sulla prestazione fornita a Bologna da Matteo Berrettini: “Matteo è stato strepitoso, perché non era scontato che, anche dopo New York, riuscisse ad arrivare in forma. Il nostro patto era quello che lui dopo New York, dove qualche piccolo problemino, si allenasse a ritmo pieno per almeno una settimana. Oggettivamente lo ha fatto, è tornato, è andato a fare un check completo, nel momento in cui il dottore ci ha dato l’ok del fatto che lui stesse bene, gli è stato chiesto di forzare un po’ la parte degli allenamenti nel quotidiano. Siamo stati in contatto quotidianamente e lui oggettivamente lì ha fatto un grande lavoro, così come lo ha fatto a Bologna, poi tutte partite comunque lunghe, sofferte, dove ha dovuto, ancora una volta, dimostrare di essere un giocatore vero, di fare proprio il giocatore: questa è stata un po’ anche la grande differenza tra Matteo ed i suoi avversari a Bologna, ha fatto il giocatore vero ed anche arrivare alla domenica dopo due partite importanti, dove poi consuma molto, perché tiene particolarmente alla Davis, non era scontata la prestazione che ha fatto. Sono molto molto soddisfatto di Matteo“.

Le indicazioni raccolte a Bologna, anche in vista di Malaga: “Di indicazioni ne sono arrivate tantissime. Il fatto che comunque, ripeto, Matteo riesca a giocare tre partite, che non sono tre partite di un torneo come lui è magari abituato a giocare, le tre partite di Davis valgono probabilmente due tornei in fila giocati ininterrottamente, quindi avere quella parte di affidabilità da parte di Matteo, è stata forse la notizia migliore che potessimo avere da Bologna. Dall’altra parte le indicazioni sul fatto di Flavio Cobolli, che è l’ennesimo giocatore che esordisce con me, non li ho contati ma son tanti, per essere al quarto anno, sono tutti ragazzi che vengono da sotto, vengono dal settore tecnico, dal lavoro strepitoso che fanno con i loro allenatori, perché poi l’avete visto, io gli allenatori li voglio con me anche in Coppa Davis, e sono una parte importantissima. Flavio è fatto per giocare la competizione a squadre, a prescindere da quale sia effettivamente, lui riesce anche in Davis a trasformare quella sorta di pressione che si ha quando si gioca per la maglia azzurra, proprio in parte emotiva positiva e competitiva. E’ molto, molto importante per me avere questo tipo di indicazioni. Matteo Arnaldi, invece, ha dimostrato ancora una volta di essere un giocatore importante, solido, che in un modo o nell’altro, anche nei diversi set, salvo van de Zandschulp, dove ha avuto tre match point a Malaga, la porta a casa, poi anche su Matteo, fisicamente dopo la partita contro il Brasile non era al 100%, però torniamo sempre lì, nel momento in cui hai un giocatore che non è al 100%, sai di poter contare su altri giocatori che lo sono. Il doppio, anche lì tante, tantissime indicazioni: il doppio che dovevano vincere lo hanno vinto, poi forse più dell’ultima giornata contro l’Olanda, dove eri già qualificato, già qualificato come primo, oggettivamente hanno ed abbiamo dato il massimo, però poi qualcosina a livello emotivo scarichi“.

Le pre-convocazioni per Malaga sono state fatte esclusivamente seguendo la classifica e vi saranno modifiche in vista della Final Eight, che si giocherà dal 19 al 24 novembre: “Le pre-convocazioni, da quello che ho capito, perché poi io ho chiesto il motivo per cui dobbiamo fare una roba del genere due mesi prima, sono marketing, quindi loro devono sponsorizzare un evento, devono vendere i diritti, e quindi loro ti chiedono di fare una roba che, come avete visto, non soltanto dal mio punto di vista, ma anche degli altri capitani, è una roba che ha valore ad oggi pari a zero, proprio perché in un mese e mezzo, addirittura due mesi, succede la qualunque. I giocatori cambiano, passano da uno stato di forma all’altro, poi speriamo sempre che tutti siano sempre disponibili, ma qualcuno poi alla fine non lo diventa più, per questo, anche un po’ in maniera coerente rispetto a quello che è stato fatto prima di Bologna, sono andato di nuovo per classifica, proprio in modo tale che, poi magari ancora non è stato percepito questo concetto, però in modo tale proprio per far capire che non hanno nessun valore. Se io avessi giocato la Coppa Davis lunedì prossimo, ovviamente ci sarebbero state delle considerazioni decisamente diverse, Matteo o non Matteo a prescindere ci sarebbero state considerazioni molto diverse. Serve una convocazione fatta due mesi prima? La faccio per classifica, perché poi quella vera, quella dove poi noi ci assumiamo anche le responsabilità di fare delle scelte, viene fatta due settimane prima, addirittura per quanto riguarda Bologna abbiamo aspettato cosa succedeva fino in fondo agli US Open, perché poi Jannik è arrivato in finale, quindi io ho continuato ad avere il fuso orario di New York anche nei giorni in cui ero a Bologna, perché ovviamente tu ti senti con Jannik, con l’allenatore, per capire anche lui come sta, come può reagire, e quanto tempo ha per poter poi partecipare ad un evento così importante. Lo aveva fatto due anni fa saltando il mercoledì, giocando venerdì e domenica, quindi nonostante la disponibilità di Jannik a giocare la parte finale della Davis, ho preferito, nel momento in cui hai una squadra così forte, risparmiare a Jannik dei giorni che gli sarebbero costati molto dal punto di vista fisico, emotivo, eccetera, sapendo di poter contare su giocatori importanti“.

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