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Alcaraz e Sinner di un altro pianeta a Pechino: spagnolo a tratti irreale, ma l’azzurro è lì pur con il caso WADA

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Carlos Alcaraz - Jannik Sinner
Sinner-Alcaraz / LaPresse

Di un altro pianeta. La sensazione è questa dopo aver assistito alla settimana di Pechino (Cina) e, se vogliamo, è una conferma. Sì, perché Jannik Sinner e Carlos Alcaraz hanno espresso nella Finale dell’ATP500 un livello decisamente superiore tutti e la sfida è stata tra le migliori della stagione. Ha vinto Alcaraz con il punteggio di 6-7 (6) 6-4 7-6 (4) in un match durato 3 ore e 21 minuti.

Lo spagnolo ha fatto vedere momenti di tennis irreale, come nel tie-break conclusivo, ma anche altri di buio, cartina di tornasole di un tennista capace di picchi inarrivabili, ma non in grado di essere costante. Di questo ha saputo approfittare uno splendido Sinner che, meno completo in assoluto e non centrato come il suo rivale in Cina, ha mostrato una consistenza notevole.

Se è vero che i lampi di gioco di ieri nell’atto finale sono stati quelli del miglior Alcaraz, il livello di gioco di Jannik non altrettanto, lo si comprende dalle 15 palle break concesse e da una percentuale di prime che soprattutto nel terzo set è scesa al 51% rispetto al 68% di Carlitos. Dati che possono giustificare in parte questa sconfitta.

Senza voler dare alibi all’altoatesino, è per dovere di cronaca sottolineare che la vicenda legata all’agire della WADA, con il ricorso al TAS dell’Agenzia Mondiale Antidoping per il caso della doppia positività involontaria al Clostebol, sia andata inevitabilmente a intaccare il rendimento del tennista nostrano nel corso di questo torneo.

Si è notato un giocatore più attendista del solito contro Alcaraz e meno sciolto nella ricerca del vincente, privo di quella brillantezza che nei momenti buoni ha fatto la differenza. Nonostante questo, le notti insonni e i pensieri su una vicenda che potrebbe condizionarne la carriera, Sinner si è trovato vicino a vincere la partita per la sua capacità di rimanere aggrappato all’incontro e di lottare sempre, anche quando il tennis non lo aiuta. Un aspetto da evidenziare, al di là della terza sconfitta negli scontri diretti di quest’anno con lo spagnolo.

Pertanto, in vista di Shanghai, ci sono aspetti positivi per entrambi da annotare in un contesto dove torneranno in azione il tedesco Alexander Zverev e il serbo Novak Djokovic, con l’eventuale incrocio in semifinale e non nell’atto conclusivo dal momento che il pusterese e l’iberico sono n.1 e 3 del seeding. Vedremo se ciò si verificherà o meno e se le “tossine” di una settimana così intensa lasceranno delle tracce.

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