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Ambesi spiega il caso Sinner-Wada: “La Itia ha ragione. La questione responsabilità oggettiva…”

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Jannik Sinner
Sinner / Lapresse

Nuova puntata di TennisMania, magazine tennistico condotto da Dario Puppo sul canale YouTube di OA Sport, OAsport tv. Puntata incentrata sul caso Sinner, con Massimiliano Ambesi che ha provato a fare chiarezza su quello che sta succedendo con il ricorso WADA.

Ambesi riassume in poche parole un comunicato della ITIA, andando poi a spiegare la situazione con WADA: “Itia dice: ‘Abbiamo rispettato le norme vigenti, la procedura, il tribunale che ha deliberato era indipendente, la sentenza ha sancito l’assenza di colpa e di negligenza’. Secondo WADA ci sarebbe stata un’interpretazione sbagliata dei giudici in quanto nella condotta di Sinner sarebbe ravvisabile una colpa o negligenza, da valutare e stabilire“.

Partiamo dal dubbio principale, legato a WADA: ha facoltà di ricorrere e non è in discussione. Ma l’agenzia antidoping nasce con obiettivi precisi, promuovere la lotta al doping, combattere chi fa utilizzo di pratiche illecite e monitorare e coordinare l’attività delle agenzie nazionali antidoping. WADA nel ricorso in appello non chiede quattro anni, come avviene per chiunque abbia assunto una sostanza dopante con o senza colpa, ma uno o due anni, facendo riferimento a una norma precisa che parla di ‘colpa o negligenza’. Ma se devi combattere il doping e ricorri sapendo che l’atleta in questione non si è dopato in alcuna maniera, secondo me vai contro la tua missione. Per me è combattere il doping la tua missione, non cercare di condannare chi non ha usato sostanze dopanti. WADA ha condiviso la non intenzionalità dell’assunzione della sostanza e della contaminazione. Allora che senso ha condannare l’atleta Jannik Sinner? Questa è la domanda che dobbiamo porci“.

C’è poi il paragone con il caso dei nuotatori cinesi positivi nel 2021: “La spiegazione è stata: ‘Non abbiamo potuto approfondire quella situazione perché era periodo Covid’. Di conseguenza quel caso viene giudicato dall’agenzia antidoping cinese che usa un sistema molto simile a quello usato per Sinner. Fatto sta che i nuotatori cinesi non vengono sottoposti a sospensiva e WADA accetta la teoria della contaminazione alimentare. E lì per me non ha fatto male: bisogna intervenire dove possibile in maniera concreta ed efficace. Trovo che non ci sia differenza tra il caso dei nuotatori cinesi e quello di Sinner, e al più, in una scala da 1 a 10 il caso Sinner è molto inferiore, anche per la sostanza trovata. Perché in un caso non ricorre e in un altro sì? Questo caso non ha senso. Sinner non ha avuto un trattamento di favore. WADA dovrebbe avere l’intelligenza di archiviare alcuni casi in cui parlare di positività è troppo“.

Il tribunale indipendente stabilisce che nella condotta di Sinner non ci sono colpa e negligenza. Secondo WADA – prosegue Ambesi – c’è un’errata valutazione.  WADA dice che c’è sempre responsabilità oggettiva quando il test positivo dipende dall’assunzione di un integratore contaminato, dalla somministrazione di una sostanza proibita da parte del medico dell’atleta o di un allenatore senza che venga comunicato all’atleta e in un caso di contaminazione del cibo da parte di qualcuno vicino senza dirlo. Sul secondo caso, a Sinner è stata somministrata una sostanza proibita? No. Sinner, per colpe di terzi, è venuto a contatto con una sostanza. Per me non si rientra in questo caso e quindi per me ITIA ha ragione”.

Ambesi controbatte sulla questione di responsabilità oggettiva: “La sentenza di assoluzione arriva perché è stato dimostrato che la sostanza entra nel corpo di Sinner per i massaggi di Naldi, senza volontà di assunzione. Ma poteva mai chiedere al suo massaggiatore se usava sostanze dopanti? Non credo che possano ribaltare la sentenza ITIA su questo punto. Possiamo parlare della scelta del medico e del massaggiatore, ma non possiamo pensare che ogni cosa che avviene per loro colpa ricada sull’atleta. Esiste un limite tra sfera professionale e sfera privata: se il mio massaggiatore ha una sostanza privata nel suo beauty in un controllo, perché devo risponderne io? La partita si gioca sull’interpretazione delle norme in cui si parla di colpa e negligenza, di sostanze che vengono somministrate dal medico o da qualcun altro: a Sinner non è stato somministrato nulla. Sono dell’opinione che ITIA abbia ragione in tutto e per tutto, anche perché è impossibile che un atleta possa avere tutto sotto controllo“.

Poi si discute sulla volontà di WADA di non cancellare risultati tra la positività e l’eventuale squalifica: “A me lascia perplesso la richiesta WADA, per loro ci sono gli estremi per rivendicare colpa o negligenza in Sinner. Ma poi chiedono che per quanto riguardano i risultati, vada bene la decisione ITIA, senza toccare le vittorie successive. E la norma antidoping non dice questo. L’articolo 11.10 Nado parla proprio di invalidazione dei risultati delle competizioni a seguire fino al giorno della sentenza. A meno che per ragioni di equità non si disponga diversamente. Sinner riceve la notizia della positività e ricostruisce in poche ore la situazione. Facoltà dell’atleta fare richiesta di sospensione e Jannik, affidandosi ai migliori legali, fa ricorso e viene revocata la sospensione. Di conseguenza l’atleta continua a giocare fino al giorno della sentenza. Ma perché WADA non vuole cancellare i risultati? Nel caso venga squalificato, o farebbero partire lo stop dopo la sentenza, con i risultati confermati, o dal giorno della positività, con i risultati cancellati. In questi casi sarebbe il CAS che ributta la palla a ITIA sui risultati“.

Continua Ambesi: “Il caso più simile a Sinner è quello di Kamila Valieva, trovata positiva in una competizione nazionale e la notizia arriva durante il Team Event alle Olimpiadi. Arriva la sospensione e l’atleta ricorre chiedendo la sospensiva, attribuita. La WADA fa ricorso al CAS, poiché tutti i contenziosi alle Olimpiadi vengono fatti dal CAS, che decide di farla gareggiare sub iudice. Valieva viene sottoposta a due controlli ed è negativa, come anche durante le Olimpiadi. USADA assolve la ragazza, per l’organizzazione  non è responsabile. In quel caso WADA chiede subito la rimozione dei risultati successivi, nonostante ai campionati russi fosse risultata negativa. Secondo WADA Sinner non si è dopato, quindi chiedo che senso abbia questo percorso”.

TENNISMANIA, PUNTATA DEL 30 SETTEMBRE

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