Biathlon

Biathlon, la nuova start list è indigesta agli atleti. Però l’Ibu fa orecchie da mercante e ignora il dissenso

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Elvira Oeberg - Lapresse

Non cessa di far discutere il cambiamento regolamentare deciso dall’Ibu poche settimane orsono in merito alla compilazione delle start list delle gare con partenza a intervalli. La federazione internazionale ha sostanzialmente abolito il diritto di scelta del gruppo di partenza per i migliori della classifica generale, imponendo che i primi quindici abbiano un pettorale compreso tra il 42 e il 70.

Un Diktat a tutti gli effetti, quello imposto dall’organo di governo della disciplina. Quando era ancora allo stato di proposta, la novità era unanimemente stata bocciata da tutti gli atleti di grido. Però l’Ibu non ha sentito ragioni. Critiche o meno, il sistema è stato modificato. La motivazione risiede nella volontà di evitare che tutti i migliori si pongano nel primo gruppo di partenza, riducendo così l’interesse per le gare nella seconda metà delle stesse.

Gli scandinavi sono stati i più fieri oppositori del cambiamento, soprattutto gli svedesi. Sebastian Samuelsson aveva addirittura avviato una raccolta firme nel (vano) tentativo di convincere i dirigenti a desistere dal loro intento. Ad agosto, il norvegese Vetle Sjåstad Christiansen non ci era andato tanto per il sottile, rilasciando dichiarazioni al vetriolo. Ora anche Elvira Öberg si è fatta sentire sulla questione, usando parole molto dure per condannare l’accaduto. La venticinquenne nordica ha affidato i propri pensieri alla testata Expressen.

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“Non ne faccio una questione di condizioni della neve, destinata a peggiorare, bensì di approccio alla gara. Per esempio, a Nove Mesto non c’è un tracciato innevato riservatao a chi deve allenarsi. Dove dovrei effettuare il mio riscaldamento? In pista, mentre le altre gareggiano? Se è così, bisogna sperare di non avere qualche genere di infortunio! Certo, si possono usare le cyclette, ma siamo ben lontani da una situazione ideale. Dispiace il modo in cui è stata imposta questa regola. L’Ibu è convinta di aver introdotto un’innovazione positiva, ma non credo proprio sia così. Non hanno ascoltato gli atleti, ed è tutto molto triste”.

Elvira Öberg è l’ennesima voce di dissenso innalzatasi fra i biathleti. Cionondimeno, anche la sua opinione è destinata a cadere nel vuoto. Ormai l’International Biathlon Union ha preso la propria decisione e la novità vivrà la sua prima applicazione il prossimo 3 dicembre a Kontiolahti (Finlandia) con buona pace di chi la sta vivendo come una corvée.

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