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Eloisa Coiro: “Al record italiano ci penso. Il sistema del ripescaggio è stato ingiusto alle Olimpiadi”

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Coiro / FIDAL

Eloisa Coiro è stata ospite dell’ultima puntata di Sprint2u, trasmissione del canale YouTube di OA Sport, durante la quale si è soffermata sui suoi inizi: “Io ho incominciato con gli ostacoli e la velocità, poi piano piano mi sono avvicinata agli 800 metri e lì mi fermo. Se pensi alla Campionessa Olimpica è anche una quattrocentista, gli 800 metri sono eterogenei: possono arrivare tante persone con caratteristiche fisiche diverse a fare lo stesso tempo, ci sono ottocentisti che vengono da sopra e altri che vengono da sotto. Quest’anno non sono riuscita a fare dei 400 perché c’erano tanti eventi, ma il prossimo anno vediamo di inserirli: per me correrli è bello, per me sono un punto di riferimento per quello che posso fare sugli 800 e mi aiutano“.

L’azzurra ha tracciato un bilancio della propria annata agonistica: “Sono contenta della stagione: quella indoor è andata benissimo con un super tempo ai Mondiali, quella outdoor è iniziata prima bene con un 600, poi giugno è stato complicato e alle Olimpiadi sono andata meglio. Sono molto contenta perché questa estate ho corso cinque volte sotto i due minuti, forse mi è mancata la gara della vita, ma magari serviva il treno giusto, anche quando ho fatto il personale c’era tanta gente, ho corso sempre in prima esterna e ho fatto dei metri in più che è venuto 1:59.07, se fossi stata alla corda sarei scesa sotto 1’59”. Ai Mondiali Indoor mi è capitata la gara lineare e ho espresso quello che avevo dentro“.

Eloisa Coiro ha parlato anche della cocente eliminazione in batteria agli Europei di Roma: “Con il mio allenatore l’abbiamo analizzata molte volte, io mi ero presentata con ben altri obiettivi. Il ritmo era molto lento, ai 600 metri ho dato uno strappo un po’ troppo forte e brusco, mentre le altre ragazze hanno cambiato in maniera più lineare e negli ultimi dieci metri non ne avevo più: sono stata troppo muscolare, il cambio mi è costato, gli 800 sono ancora più complessi quando sono tattici, non è facile mantenere il sangue freddo quando mancano 200 metri, abbiamo lavorato per fare volate progressive e invece quella volta ho fallito. Non sono riuscita a conseguire un obiettivo, è la prima volta in carriera che mi succede una cosa del genere, ma ci ha dato uno spunto per lavorare su altre cose: ho 23 anni e ho dimostrato altre volte di essere all’altezza, non è un passo falso che determina l’atleta che sono diventata. Non ero emozionata più di altre gare: un’atleta veloce non dovrebbe avere problemi nel finale, ma dipende da come fai il cambio e dalla distribuzione delle energia, anche in volata“.

La nostra portacolori è stata particolarmente sfortunata alle Olimpiadi di Parigi 2024: fece il proprio personale ma chiuse al quarto posto, la semifinale era riservata alle prime tre e così l’azzurra venne costretta al ripescaggio della mattinata successiva, dove la fatica accumulata la sera prima le impedì di passare il turno: “A me non è piaciuta l’idea del ripescaggio, soprattutto perché negli 800 metri possono capitare batterie veloci o lente. Il vecchio meccanismo premiava chi si era contraddistinto, infatti ai Mondiali di Budapest passai con il tempo di ripescaggio e chiusi al 12mo posto complessivo. In batteria alle Olimpiadi mi sono un po’ toccata con un’avversaria, ho fatto 1’59” ma… Il giorno dopo era difficile il mio ripescaggio: la quinta e la sesta della mia batteria, che avevo battuto il giorno prima, si sono qualificate per le semifinali e io invece no, non è giusto perché teoricamente il mio livello era superiore, la distribuzione non era eguale per tutte. Sono comunque contenta per come mi sono battuta, era la prima volta che tornavo dopo gli Europei: l’ho affrontata molto serenamente, consapevole che mi meritavo di essere lì. L’anno scorso per andare in finale ai Mondiali serviva 1:58.8, quest’anno per andare in finale alle Olimpiadi serviva 1:57.7: il livello era elevatissimo“.

La mezzofondista si è poi proiettata verso il prossimo anno: “Fare sia Mondiali Indoor che Europei Indoor è fattibile, se uno è in forma lo può fare perché non c’è tanto tempo tra uno e l’altro, poi i Mondiali all’aperto saranno a settembre. Vorrei scendere sotto 1’59” e poi vediamo: non do più nulla di scontato. L’anno scorso volevo incominciare a scendere sotto i due minuti più volte e ci sono riuscita, mi auguro di farlo sempre di più e questo significa tanto perché se lo fai significa avere una grande base di lavoro e poi bisogna trovare il picco”.

Chiusura dedicata al primato nazionale:Ci penso al record italiano, è giusto anche come motivazione: correre in 1’57” significa accedere a finali olimpiche e mondiali, è un ulteriore step che vorrei fare. Un conto è il tempo in generale, ma deve servire nei campionati a ottenere posizioni importanti. Mi auguro non solo di valere quel tempo, ma anche di saperlo utilizzare nel momento corretto per accedere a quelle finali. Secondo me è uno stimolo, si lavora e vediamo“.

VIDEO INTERVISTA ELOISA COIRO

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