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F1, Mattia Binotto ammette: “Con Audi dovremo scalare l’Everest. Grandi differenze rispetto alla Ferrari”

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Mattia Binotto
Binotto / IPA Sport

Non si tratta solo di scalare una grande montagna, ma di scalare l’Everest! Ci vorranno alcuni anni. Il nostro obiettivo è quello di essere in grado di lottare per i titoli entro la fine di questo decennio. Quando inizi a guardare i dettagli, più guardi e più ti rendi conto di dove sei realmente“. Parole di Mattia Binotto, consapevole della complessità del progetto Audi di cui sarà responsabile nelle prossime stagioni.

Il manager italo-elvetico, in un’intervista rilasciata alla BBC, ha parlato delle differenze principali che lo attendono rispetto alla sua esperienza in Ferrari: “Certamente il divario è grande: per le dimensioni, per il numero di persone, per la mentalità, per gli strumenti, le strutture. Da qualsiasi prospettiva la guardi, stiamo davvero paragonando una piccola squadra a una squadra di alto livello“.

Binotto ha poi spiegato alcuni dei possibili motivi della profonda crisi prestazionale del team Sauber in questa stagione: “Quando Audi è entrata in Sauber, programmandone la graduale acquisizione, internamente sono stati fatti alcuni piani strategici che non sono arrivati subito alla fase operativa. Quindi la Sauber è rimasta per un po’ in una sorta di limbo”.

“In secondo luogo, diciamo che un po’ di attenzione ed energie sono state rivolte al 2026, per cercare di assicurarsi che Audi fosse pronta a partire tra due anni, e questo ha tolto un po’ di risorse al normale percorso di sviluppo per il 2024 e il 2025. Intendiamo diventare una squadra vincente e diventare una delle squadre di punta. Audi non entra in Formula 1 per vincere e poi lasciare. La F1 è il top del motorsport, è fantastico che Audi ne faccia finalmente parte e si tratta di un impegno a lungo termine“, ha aggiunto l’ex team principal della Rossa.

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