Ciclismo
Giulio Pellizzari: “Pogacar fa bene al ciclismo. La salita è libertà, ma lavorerò anche sulla cronometro”
Giulio Pellizzari è il nuovo che avanza, il volto del nuovo ciclismo italiano per le corse a tappe: un anno fa sul podio finale del Tour de l’Avenir e quest’anno, in maglia VF Group – Bardiani-CSF Faizanè, protagonista di un grande stagione che lo ha lanciato nel mondo dei grandi. Marchigiano classe 2003, tra i risultati del 2024 di Pellizzari balza all’occhio il secondo posto nella 21esima tappa del Giro d’Italia alle spalle di Tadej Pogacar, oltre ad un’ultima settimana da grande protagonista. Per Giulio il Giro di Lombardia, chiuso in 14esima posizione, è stato l’ultima corsa con la maglia della famiglia Reverberi, prima del grande salto con la Redbull Bora-Hansgrohe con cui ha firmato un contratto fino al 2027.
Che bilancio tracci del tuo 2024?
“È stato un anno buono, anche al di sopra delle aspettative, quindi direi più che positivo”.
Al Giro d’Italia di quest’anno hai capito che in futuro potrai tornare per provare a fare classifica?
“Far classifica non è semplice, vedremo. Lo scoprirò nel corso degli anni”.
Cos’ha di speciale Pogacar e cosa lo rende così superiore agli altri?
“Tadej, nonostante sia un cannibale, piace molto alla gente ed emoziona probabilmente per il suo essere come tutti lo definiscono ‘il ragazzo della porta accanto’, sta facendo un gran bene al movimento e sta avvicinando molte persone al nostro sport”.
E qual è il tuo rapporto con lo sloveno?
“Lo seguo, lo ammiro ed è il mio idolo. Per me è sempre emozionante scambiare qualche parola insieme a lui”.
Nel 2025 andrai in uno dei team più attrezzati del World Tour. Che cosa ti aspetti?
“Dal 21 al 25 ottobre andrò in ritiro con la squadra e inizierò a capire le prime cose. Per me sarà tutto nuovo, ma non vedo l’ora di cominciare a curare i dettagli”.
Inizierai a curare maggiormente la cronometro, che è un po’ il tuo punto debole?
“Sì, assolutamente. La squadra mi ha già scritto per chiedermi le misure per fare il posizionamento e sicuramente sarà un aspetto su cui vorrò lavorare molto. La crono mi piace, ci voglio lavorare bene e usare la bici almeno una volta alla settimana; anche i materiali saranno migliori e quindi sarà un po’ più semplice”.
Con te, Tiberi e Piganzoli sembra che stia nascendo finalmente una rivalità tra italiani, con Lorenzo Finn in arrivo. Qualcosa sta quindi cambiando?
“Credo che vada un po’ a cicli, ma adesso c’è un bel gruppetto di giovani che può crescere bene. Per ora siamo forti, dobbiamo continuare a lavorare e divertirci come abbiamo sempre fatto. Con De Pretto, Busatto e Piganzoli siamo anche molto amici”.
Ai Mondiali U23 hai tentato un’azione molto coraggiosa. Con il senno di poi, sarebbe stato meglio rialzarsi dopo non aver raggiunto il battistrada?
“Quando ero partito ormai c’era poco da fare e senza radioline è stato chiaramente più difficile, l’ho rischiata ed era giusto provarci fino in fondo, magari avrei potuto aspettare ancora un po’ “.
Hai dimostrato di poter dire la tua anche nelle corse di un giorno. Ci punterai o il tuo mirino è sulle gare di tre settimane?
“Le corse di un giorno mi piacciono, in quest’ultimo anno è cambiato il mio approccio alle gare e nei prossimi anni vorrei puntarci, magari anche alla Liegi, corsa durissima, ma mi piacerebbe poter mettermi alla prova”.
Cosa rappresenta per te la salita?
“La salita per me è libertà, mi piace, mi affascina e mi fa sognare”.
C’è qualcosa che vorresti dire alla famiglia Reverberi dopo questi tre anni insieme?
“Un enorme grazie per tutto quello che hanno fatto per me e se sbarco nel World Tour è anche grazie a loro. Farò le ultime corse in Veneto con loro e poi inizia una nuova sfida, ma sono sicuro che resteremo in contatto”.
Qual è il tuo obiettivo per il 2025?
“Al momento non so ancora, non conosco il calendario e dovrò capire quale sarà il mio ruolo, quindi strada facendo mi porrò gli obiettivi”.