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I precedenti di Jannik Sinner a Parigi-Bercy e il feeling mai trovato con l’imprevedibile 1000 francese

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Jannik Sinner e il Palais Omnisports di Bercy, sede dell’ultimo Masters 1000 dell’anno, non hanno propriamente un bellissimo rapporto. L’evento transalpino si è sempre rivelato di complessa interpretazione per la collocazione e anche per le condizioni in cui l’attuale numero 1 del mondo ci è arrivato nel tempo. Ma andiamo con ordine.

Nelle prime due stagioni di esplosione, quelle 2019 e 2020, Sinner il torneo semplicemente non l’ha giocato per varie scelte personali o per una semplicissima classifica troppo bassa per i tempi. Tutto è iniziato, così, nel 2021. Doveva essere un bell’anno d’esordio per lui, invece il sorteggio fu terribile nei suoi confronti. Al secondo turno, il bye gli “regalò” Carlos Alcaraz, in quella che fu la prima sfida tra i due. Vinse lo spagnolo per 7-6(1) 7-5, ma la vera notizia fu che il match, invece di giocarsi nell’arena principale, fu giocato sul campo 1, che allora come oggi assomigliava a una specie di scatolone adibito alla pratica del tennis. Una scelta, per farla breve, ben al di là dell’assurdo già per quei tempi.

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Nel 2022, invece, il Sinner di scena nell’indoor francese di scintillante non aveva nulla. Uscito infortunato da Sofia, visto in difficoltà contro Medvedev a Vienna, Jannik aveva semplicemente finito le energie dopo un’annata estenuante e costellata di infortuni. Contro lo svizzero Marc-Andrea Huesler i problemi del momento dell’azzurro si videro tutti: fu nettissimo il 6-2 6-3 che subì, tale da consigliargli di concludere la stagione anzitempo, senz’aspettare la Coppa Davis.

Il 2023, invece, fu l’anno in cui l’organizzazione, già criticata in anni passati per scelte di programmazione “leggermente” controverse, continuò a perseverare con la programmazione di sei match al Palais Omnisports e, molto semplicemente, ne pagò le conseguenze. In un martedì particolarmente affollato, Sinner si trovò a dover aspettare, aspettare e ancora aspettare per poter affrontare l’americano Mackenzie McDonald. Ci riuscì in tre set, ma dovette chiudere alle 2:36 di notte. La programmazione folle gli aveva già tolto il doppio assieme a Stan Wawrinka, con lo svizzero finito in una situazione simile. Stavolta toccava a lui giocare come quarto match con Alex de Minaur. Non prima delle 17:00. Il risultato fu scontato: Jannik non si presentò in campo e l’ATP cambiò le regole per evitare altri orari assurdi nell’avvenire. Di suo, a Bercy fu cambiato altro: nel 2024, infatti, i match in sessione diurna saranno tre e non più quattro, lasciando a due i serali.

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