Ciclismo

Marco Villa: “Faticheremo i prossimi 2 anni, ma abbiamo i giovani per il ricambio. Per Ganna e Milan ci sarò”

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Marco Villa abbraccia Milan / Lapresse

La Nazionale Italiana ha chiuso i Mondiali di ciclismo su pista di Ballerup con il bottino di un oro, due argenti e un bronzo che vale il settimo posto nel medagliere. L’impresa di Jonatan Milan nell’inseguimento individuale, con tanto di record del mondo, ha rappresentato il punto più alto. Abbiamo tracciato un bilancio della spedizione insieme al ct Marco Villa.

Marco, qual è il bilancio di questi Mondiali?

“Un bilancio positivo anche perché sapevamo che dopo l’Olimpiade – che era l’obiettivo principale di questi tre anni – ci sarebbe stato un po’ di rilassamento da parte dei ragazzi e delle ragazze che hanno anche degli appuntamenti importanti su strada, rendendo quindi la stagione ancora più intensa. Ai Mondiali ci siamo presentati con una delegazione competitiva e che aveva ancora tanta voglia di fare fatica”.

Milan è l’erede o l’evoluzione di Ganna? Ha uno spunto veloce che non è secondo a nessuno… 

“Sono due ragazzi diversi, sia come carattere che come caratteristiche ciclistiche. Pippo è più un cronoman e finisseur, Jonny è forza ed esplosività pura”.

Lo vedremo impegnato anche nella Madison?

“Ogni tanto in allenamento a Montichiari la prova un po’ per gioco. Chissà dove potrebbe arrivare una Madison con Pippo e Johnny, potrebbe essere qualcosa di fantastico ma non la possiamo inventare da un giorno all’altro. Entrambi hanno fatto tanto per la pista, le prossime Olimpiadi sono ancora lontane e nei prossimi due anni è giusto che si concentrino di più sulla strada. Poi vedremo. Io ci sarò sempre per loro, quando vorranno venire in pista le porte sono sempre aperte. Bisognerà vedere anche cosa succederà nei prossimi quattro anni sia in termini di calendario che di regolamento. Non voglio pensarci adesso, vorrei godermi i risultati di questi tre anni, avevamo degli obiettivi e li abbiamo raggiunti. Per il futuro vedremo”.

Consonni si è confermato una garanzia. Sarà l’uomo su cui punterà l’Italia nell’Omnium verso Los Angeles 2028?

“Per Simone vale lo stesso discorso di Filippo e Jonathan, io per loro ci sarò sempre. Consonni tiene molto all’Omnium, anche lui ha un impegno importante con la squadra, anche come supporto a Milan, ma se nei ritagli di tempo o nei programmi ci sta la pista lo aspetto molto volentieri”. 

C’è veramente tanta abbondanza in ottica quartetto. Come prevedi di inserire i giovani e, soprattutto, come fare per non far sentire nessuno escluso?

“Già quest’anno abbiamo inserito dei nuovi giovani sia in allenamento che in gara che si sono allenati quindi con il gruppo dei grandi, che per loro può essere  un buon esempio. Abbiamo quattro anni di tempo per lavorarci, poi starà a loro capire cosa vorranno fare”. 

In gare come Madison e Omnium abbiamo due talenti come Sierra e Stella: anche loro sono nella tua lista?

“Entrambi sono due atleti che hanno vinto i Mondiali nel quartetto e anche loro sono ragazzi che chiaramente teniamo in considerazione per le varie specialità. Abbiamo tanti giovani interessanti che possono crescere bene”. 

Si parla molto della multidisciplinarietà. Tuttavia la tendenza di altre nazioni sembra sempre più quella di avere dei corridori specializzati e che fanno pista tutto l’anno. Questo per noi quanto può influire? 

“Gli sforzi che si fanno nelle gare di gruppo possono essere utili anche su strada e i risultati li abbiamo visti. La strada è funzionale alla pista, e viceversa. Abbiamo sempre gestito bene la doppia attività e abbiamo visto che i risultati poi arrivano”.

Il settore femminile può contare su atlete ancora giovani, anche se impegnate su strada durante l’anno. Il nome nuovo è quello di Federica Venturelli. Quali prospettive vedi per questo gruppo?

“Vale lo stesso discorso fatto per gli uomini, abbiamo delle ottime atlete e nulla da invidiare ad altre nazioni. Federica sta crescendo molto bene e nonostante l’incidente di luglio in questi ultimi due mesi ha fatto dei grandi progressi. Sta crescendo di anno in anno, è una ragazza che può arrivare ad altissimi livelli e sa correre bene in tutte le specialità e su questo devo dire grazie a chi l’ha gestita da giovane, Daniele Fiorin,  per il grande lavoro svolto che ci ha permesso di partire da un’ottima base”. 

Nella velocità i miglioramenti sono tangibili. 4 anni sono sufficienti per colmare il gap dalle nazioni di vertice e giocarsi una medaglia tra velocità a squadre e keirin, oppure bisogna pensare addirittura a Brisbane 2032?

“Credo che questi ragazzi siano ben rodati adesso, Los Angeles può essere quindi un obiettivo realistico. Ai Mondiali hanno corso bene, abbiamo trovato gli atleti che c’erano alle Olimpiadi, il gap c’era ancora ma hanno dimostrato di avvicinarsi pian piano. Dalla loro parte hanno l’età, sono ancora giovani rispetto agli atleti che stanno dominando nelle specialità e quindi potenzialmente un buon margine di crescita. Come Federazione dobbiamo metterli nella miglior condizione per farli lavorare al meglio, ci stiamo attrezzando con anche una casetta vicino a Montichiari dove possono fare base quando lo necessitano, così come una palestra ben attrezzata per farli crescere bene e con tutti i mezzi necessari. Fondamentale il supporto di Ivan Quaranta: li segue con passione e confidiamo di prenderci qualche soddisfazione nei prossimi anni”.

In generale, considerando l’addio di Viviani e un Ganna sempre più proiettato su strada, un ricambio generazionale si palesa come inevitabile. Secondo te l’Italia potrà presentarsi a Los Angeles 2028 competitiva come a Parigi 2024?

“I nomi che questi giovani hanno davanti sono importanti, eguagliarli è una missione importante. Abbiamo dei giovani di talento, sia tra le ragazze che i ragazzi, ma ci sono anche altre nazioni con atleti giovani come la Gran Bretagna e la Danimarca. Soffriremo i primi due anni, perché i nostri giovani si scontreranno con ragazzi con una o due Olimpiadi di esperienza, ma credo che sia un ricambio fisiologico ed è normale trovarsi con un po’ di buco, ma abbiamo tutto il materiale per crescere bene e ricominciare a costruire nei prossimi quattro anni per tornare al livello degli altri. Spero che i giovani che abbiamo ci credano fino in fondo alla multidisciplina, io non voglio convincere nessuno, ma può convincere il mio sistema di questi anni e gli esempi che abbiamo avuto con nomi come Viviani, Ganna e Consonni; fondamentali saranno le squadre. Lo stesso discorso vale per le donne, il sistema è lo stesso e gli esempi li abbiamo grazie a ragazze come Guazzini, Balsamo, Alzini, Paternoster, Fidanza, Consonni, giusto per citarne alcuni nomi”. 

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