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Monaco: “Sinner un po’ più fragile dei rivali. Ma il forfait tornerà utile per Finals e Coppa Davis”

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Sinner / LaPresse / Olycom

Si riparte ancora a Parigi-Bercy, ma nella più recente puntata di TennisMania, trasmissione di cui è ospite costante Guido Monaco (giornalista e telecronista di Eurosport) e visibile sul canale YouTube di OA Sport, è la notizia di Jannik Sinner fuori per (si scopre poi) virus intestinale a Parigi-Bercy a dominare l’ultima parte. Nella prima, analisi di ogni tipo.

Si comincia parlando di Novak Djokovic in proiezione Finals (in quel momento Musetti doveva ancora scendere in campo): “La sensazione generale è che Djokovic non ci sarà, anche se è particolare la rinuncia alle Finals. Tanti farebbero il diavolo a quattro per andarci. Per lui ha senso non andarci. Sono perplesso dal punto di vista sponsor: è una vetrina e molti bonus sono legati alla partecipazione. Ad oggi saremmo stupiti di vederlo a Torino. Togliendo lui, fino a Musetti matematicamente c’è la possibilità di andare direttamente alle Finals. Ruud nelle ultime sei partite ne ha vinta una, con Sonego. Aggiungo che Baez ha vinto una delle ultime dieci partite: con Darderi agli US Open. Bublik aveva vinto una delle ultime 10 partite e ha battuto ieri Fognini. Sonego, Fognini e Darderi in questo momento per l’alto livello sono molto lontani, per situazioni e momenti della carriera. Lo stesso Mpetshi Perricard non aveva vinto molto ultimamente e poi ha vinto un 500“.

C’è poi un po’ un focus sia sull’uomo del momento, in materia di ace, che proprio su Musetti: “Mpetshi Perricard è un giocatore assolutamente da tenere d’occhio. I numeri di Basilea sono pazzeschi: mai perso il servizio, 109 ace. In un torneo. 109 ace. Una cosa pazzesca. Tranne che con Shapovalov non ha mai concesso palle break, battendo Rune, Shelton. Musetti sul veloce sta diventando un incantatore di serpenti anche in risposta. Nonostante sia solo appena un pochino più avanti, in quella posizione lì ha trovato un suo modo particolare di annacquare i grandi battitori. Un grande battitore sta fuori, dovrebbe essere un bersaglio facile. Musetti che ha battuto Zverev indoor non è una cosa tanto attesa. Anche con Draper i game di risposta se li è giocati tantissimo stando dietro. Non è il modo che pensavamo, ma ne ha trovato uno per essere competitivo sulle superfici veloci. Non ho ancora capito bene quale sia, ma eccolo. Mpetshi primi 20 sicuri, 10 possibili. Bisognerà poi vedere la continuità, ma ha vinto due tornei quest’anno, uno in casa dove normalmente a quell’età è un incubo“.

Capitolo Coppa Davis sempre più chiaro: “Secondo me gli ultimi accadimenti hanno deciso le convocazioni in Coppa Davis. L’alternativa era che Arnaldi e Cobolli dessero dei segnali, ma ora il problema alla spalla di Cobolli (che secondo me non ha avuto una programmazione brillantissima) e il rendimento di Arnaldi, in più con il bel torneo di Berrettini della settimana scorsa, hanno tolto di mezzo gli ultimi dubbi“.

Inevitabile il punto sulle dichiarazioni di Kafelnikov su Sinner: “La prima cosa che ti viene da dire è ‘posa il fiasco’, che nel suo caso non è nemmeno così fuori luogo. Ci sono persone che lontano dallo sport la sparano un po’ grossa. Detto ciò, Hrbaty era un fenomeno e Johansson era un colpitore, lui voleva dire volendola edulcorare molto che non vedeva ricchezza di tennis in Sinner. Johansson ha vinto “casualmente”, grazie agli stravizi di Safin, gli Australian Open, ma aveva anche un bel tennis. Connors? E’ la persona di cui sento parlare peggio nel mondo del tennis, molto arrogante, non aveva amici nel circuito, era disposto a tutto per vincere. Non toglie che potesse o possa dire cose interessanti, ma stavolta devo capire il senso“.

Giocoforza, anche le dichiarazioni di Sinner e Alcaraz sul Six Kings Slam sono analizzate: “La verità sta in mezzo, ma preferisco la dichiarazione di Alcaraz che trovo più genuina e realistica. Non bisogna sempre rispondere alle domande rispondendo quello che vogliono sentirsi dire. Vero è che tanti soldi ti permettono di costruirti attorno una squadra competitiva e all’avanguardia. Non è la stessa cosa che possono permettersi il 30, il 40, il 50 del mondo. I soldi contano, anche per rimanere a quel livello“.

Parte poi una lunga analisi sul femminile. Si parte da Jasmine Paolini, dalle Finals: “Il numero 4 permette a Paolini un sorteggio più favorevole nello slot del girone delle Finals. Però vedendo le giocatrici non vedo grandissimi vantaggi, vero è che sono tutte forti con l’incognita Rybakina che è tornata ad allenarsi. Se Jasmine ha ancora benzina da spendere può dire la sua, ma già il fatto di esserci è incredibile. Solo tanti complimenti per lei, ora vediamo se davvero riesce a essere competitiva in un contesto del genere. Si gioca a Riad. Tema interessante: che si giochi un torneo così importante femminile in un posto del genere rappresenta un punto importante nella speranza che anche questi Paesi rispettino di più certi valori. Da qualche parte bisogna pur partire per cambiare“.

L’arringa poi si sposta su quello che (non) ha fatto la WTA con il suo evento di punta negli ultimi anni: “Le WTA Finals negli ultimi anni sono state un evento in tono minore, che non si sapeva dove fosse fino a pochi mesi prima. Avevano un montepremi pazzesco a Shenzhen, ma dopo il Covid in Messico, negli USA… visto che le Finals hanno un programma scarno, perché non mettere insieme i due eventi? Un evento del genere negli ultimi anni è stato disastroso. Ci vorrebbe più sforzo da parte della WTA di fare meglio. Non può sempre arrivare una Serena Williams ad attirare quell’attenzione. I discorsi che giocano male li sento da sempre. Mi si chiude la vena, è tennis, è di alto livello, fate uno sforzo, ne vale la pena. Oltre alla comunicazione è mancata la rivalità. Il livello femminile si è assestato incredibilmente negli ultimi anni“.

E ancora: “Finché si continuerà a paragonare una disciplina maschile a una femminile si farà poca strada. L’altro giorno guardavo Bronzetti-Dolehide, partita incredibile. Nel frattempo giocava Musetti. Mi sono emozionato e ho sofferto guardando la Bronzetti, ha perso una partita incredibile con quattro match point a favore, Musetti non mi accendeva la scintilla. Non si può partire e sminuire così quello che fanno le ragazze, che è eccezionale. Ricordo perfettamente i tempi di Graf, Seles eccetera che arrivavano in semifinale a colpi di 6-0 6-0, 6-1 6-1… non potete dire che il tennis femminile oggi abbia un livello che si è alzato di tanto rispetto a 10-15 anni fa. Ma capisco che è un discorso che non fa presa, bisogna ragionare sulla media. Potrebbe esserci, sì, un problema di motivazioni, abbiamo visto però anche infortuni“.

Chiaramente, nel finale la notizia di Sinner out da Parigi-Bercy sposta l’attenzione: “Ok, spiace non vederlo, ma da un lato ben venga. Speriamo nulla di grave. Prendiamo Bercy l’anno scorso, Parigi di quest’anno che sappiamo com’è arrivato, le Olimpiadi… quest’anno Parigi proprio non è da trascorrerci le vacanze… Abbiamo capito che Sinner rispetto agli altri suoi competitor è un po’ più fragile rispetto a questi malanni. Cambi continente, aereo, interviste, gente… non è che riposi 8 giorni e cancelli tutto. A volte è più complesso. Secondo me l’impegno di Riad, come poteva essere Bercy, almeno uno era di troppo. Nell’ottica di Finals e Davis sono contento, non ho niente contro Bercy. Tornerà buono. Non siamo tutti uguali, lui rispetto ad altri suoi rivali offre l’impressione di essere un po’ più fragile, e aggiungiamoci tutte le ripercussioni dal processo“.

VIDEO: LA PUNTATA COMPLETA DI TENNISMANIA

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