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MotoGP, il GP d’Australia sarà il primo dei quattro atti della “Sfida finale” tra Martin e Bagnaia

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Francesco Bagnaia / LaPresse

Dopo una settimana di pausa, riparte il Mondiale di MotoGP, ormai vicino alla conclusione. Quatto appuntamenti nell’arco dei prossimi cinque weekend determineranno il nome del Campione del Mondo 2024. La domanda è se si tratterà di Jorge Martin o di Francesco Bagnaia, attualmente separati da soli 10 punti. Una differenza ancora trascurabile.

Dal punto di vista delle prestazioni, i due si equivalgono. Su alcune piste può avere la meglio lo spagnolo, su altre l’italiano. In generale, però, sono sostanzialmente alla pari. A fare la differenza possono essere i dettagli e gli episodi. In particolare gli errori, che talvolta costano carissimo. Cionondimeno, anche un piccolo sbaglio può risultare determinante nell’ottica di un intero GP.

Prendiamo quale esempio gli avvenimenti del Giappone, dove Martin è caduto in qualifica. L’accaduto l’ha costretto a scattare dalla quarta fila e gli ha di fatto tarpato le ali sia nella Sprint che nel Gran Premio, dove Martinator ha concluso rispettivamente al quarto e al secondo posto. Piazzamenti utili nell’ottica del Mondiale, ma complessivamente atti a limitare i danni, poiché Pecco ha centrato il bottino pieno.

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Non è stato un svarione da “matita blu”, però nella logica di un arrivo in volata anche uno sbaglio da “matita rossa”, qual è stato il capitombolo nipponico, può essere cruciale. Ecco perché “non sarà finita fino a quando non sarà finita”. Bagnaia e Martin si stanno giocando un Mondiale sul filo del rasoio, in tutti i sensi. Uno dei due festeggerà un trionfo, l’altro sarà costretto a curare una dolorosa ferita.

Saranno le prossime cinque settimane a determinare chi reciterà il ruolo del vincente e chi dello sconfitto. La sfida finale comincia tra il 19 e il 20 ottobre a Phillip Island dove, meteo permettendo, si disputeranno Sprint e Gran Premio d’Australia. “Meteo permettendo” poiché lo scorso anno il programma fu stravolto dall’arrivo di una perturbazione.

Già, perché ci sono anche le variabili impazzite da tenere in considerazione. Siano esse rappresentate dalle condizioni atmosferiche, dagli avversari in pista o da scelte strategiche eterodosse che possono rivelarsi un jolly, oppure un boomerang, visto che si corre nella Terra dei Canguri.

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