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Jorge Martin sornione: “Ho rischiato di cadere 10-15 volte. Sapevo che Bagnaia era incontenibile”

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Jorge Martin
Martin / Lapresse

Jorge Martin conferma la sua estrema solidità e conquista un prezioso secondo posto nel Gran Premio di Thailandia 2024, terzultimo appuntamento stagionale del Mondiale MotoGP. Lo spagnolo del team Pramac ha portato a casa un risultato importante sul bagnato, cedendo solamente al suo grande avversario Francesco Bagnaia e conservando 17 punti di vantaggio sull’italiano in campionato.

I rischi sono stati veramente grandi oggi, forse come non mai in tutta la stagione. Oggi penso che a nessuno sarebbe piaciuto essere al posto mio e di Pecco, perché in queste condizioni c’era grande incertezza anche prima della gara ed era difficile controllare la situazione. Sono partito molto bene, ma poi ho capito subito che le sensazioni non erano quelle del warm-up. Molto male, non avevo grip dietro e davanti si chiudeva, ma ho provato comunque a dare il massimo“, dichiara Martinator ai microfoni di Sky Sport.

Sull’andamento della sua gara: “Ho fatto un errore alla 3 in cui mi hanno sorpassato Pecco e Marc (Marquez, ndr). Da lì ho provato a stare vicino e a metà gara c’è stato un momento in cui andavo un po’ più forte, ma quando Marc è caduto io ho perso il davanti insieme a lui e forse proprio grazie alla sua scivolata davanti a me sono riuscito a rimettere la moto a posto. Ci sono state 10-15 volte in cui ho rischiato di cadere, quindi arrivare secondo in una giornata così difficile è fantastico. Siamo sulla strada giusta. Sapevo che oggi Pecco sarebbe stato incontenibile, anche perché lui deve prendere più rischi di me e ce l’ha fatta“.

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Oggi ho fatto il massimo. Sicuramente senza quell’errore avrei finito comunque secondo, non c’era modo di vincere, anche perché ero lontano quasi 3 secondi. Pecco aveva un’altra marcia oggi e ho fatto il massimo. Sono felice di aver finito la gara, perché era difficile. È stata una corsa molto mentale, in cui era importante essere sempre concentrato e non perdere mai lucidità, e ce l’ho fatta fino alla fine“, prosegue il leader del Mondiale.

“Il warm-up era abbastanza più asciutto e potevi andare sui cordoli, mentre in gara appena toccavi il cordolo ti partiva il posteriore, quindi c’era ancora acqua in pista. Pecco è stato molto furbo e ha capito il momento preciso in cui poter cominciare ad usare i cordoli, dandomi in quella fase 2-3 decimi al giro. Quando ho cominciato a farlo mi stavo riavvicinando, ma avevo già usato troppo le gomme. Comunque il feeling al posteriore non è mai stato come quello del warm-up a livello di grip“, conclude Martin.

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