Formula 1
Nuovo caso in F1: una scuderia ha aggirato il regime del Parco Chiuso? La FIA risponde
Un nuovo caso in F1? Vedremo. L’avvicinamento al week end di Austin (Texas) è condizionato da una notizia riportata dalla testata autorevole Autosport e può portare a farsi delle domande. La questione si lega a dei sospetti nei confronti di una scuderia, ora come ora non identificata, che potrebbe aver trovato un modo per intervenire sulla propria vettura in regime del Parco Chiuso tra le qualifiche e la gara domenicale.
La natura della modifica è sull’altezza da terra della monoposto, con dei vantaggi evidenti. Il regolamento, infatti, vieta questa tipologia di intervento nell’arco di tempo tra il post time-attack e il via del GP, di conseguenza i tecnici devono lavorare sulla messa a punto per rendere la monoposto efficiente con carichi di benzina diversi.
L’ipotesi è che una squadra sia stata in grado di agire sul cosiddetto “vassoio” o T-tray, posizionato all’ingresso del fondo (componente fondamentale per generare il carico aerodinamico). Un’operazione che sarebbe possibile effettuare all’interno dell’abitacolo, anche grazie ai lavori di routine di un meccanico e senza destare sospetti.
A questo proposito c’è stata la risposta da parte della Federazione internazionale, con una nota ufficiale: “Pur non avendo ricevuto alcuna indicazione sull’impiego di un sistema del genere da parte di un team, la FIA rimane vigile nei suoi continui sforzi per migliorare la trasparenza del Motorsport. Per questa ragione, abbiamo implementato delle modifiche procedurali per garantire che l’altezza da terra delle vetture non possa essere facilmente modificata. In alcuni casi, ciò può comportare l’applicazione di un sigillo per garantire ulteriormente la conformità“.