Ciclismo

Piganzoli: “Pogacar imbattibile, ma non sappiamo quanto durerà. Il futuro è dalla parte di noi giovani italiani”

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Piganzoli / Lapresse

Nel finale di stagione è sempre tempo di bilanci. Con Davide Piganzoli, portacolori della Polti Kometa di Ivan Basso e Alberto Contador, abbiamo discusso di un 2024 in cui ha iniziato a brillare in quel trionfale Tour of Antalya di febbraio e si è fatto apprezzare dal pubblico tre mesi dopo in un Giro d’Italia terminato al 13° posto. Poi l’infortunio al ginocchio destro che lo ha costretto ad un periodo di stop costringendolo a saltare alcune corse come il Campionato Italiano . Rientrando alle gare alla Vuelta a Burgos, ha corso la maggior parte delle corse italiane del fine stagione ottenendo dei buoni piazzamenti: su tutti balza all’occhio il terzo posto conquistato al Giro dell’Emilia. Il Lombardia (chiuso al 28esimo posto) è stato il suo ultimo appuntamento di questa stagione, a inizio novembre la vacanza a Tenerife e poi testa sul 2025.

Settimo al Pantani, nono in Lussemburgo, terzo al Giro dell’Emilia: il finale di stagione ti ha detto che hai fatto un ulteriore passo avanti?

“Sicuramente sì, ho ottenuto dei buoni risultati e anche i numeri e le sensazioni sono tornate ad essere ottime, quindi sono felice dal lavoro che ho fatto”.

La Polti-Kometa cresce anno dopo anno, nel 2025 arriverà anche lo sponsor “Visit Malta”. Pensi di poter ulteriormente progredire?

“Aumenterà il budget e questo ci permetterà credo di lavorare in modo ancora più preciso andando alla ricerca dei dettagli che poi sono quelli che fanno la differenza e penso che sia importante per la crescita, perché questo ti permette di fare un ulteriore passo in avanti”.

Al tuo primo Giro d’Italia sei arrivato 13°: è un indicatore che in futuro potrai giocarti le posizioni nobili?

“Era il primo Giro d’Italia quello di quest’anno e non l’ho preparato focalizzandomi sulla classifica generale, ma penso che l’anno prossimo, con le idee un po’ più chiare, cercheremo di provare nuovamente a fare classifica e vedremo come andrà”.

Obiettivo top10?

“Sì, questo sarà il mio obiettivo al prossimo Giro, cercherò di lavorare bene quest’inverno”.

Nonostante tu sia predisposto, hai fatto abbastanza fatica nelle cronometro al Giro: sarà uno dei punti su cui lavorare in inverno?

“Ho cominciato alla Tirreno e lì facevo fatica, al Giro sono migliorato, fino ad arrivare al finale di stagione dove le sensazioni sono migliorate, ma sicuramente dovrò lavorarci ancora tanto per colmare alcuni gap”.

Quanto ha influito la nuova bici sui risultati ottenuti questo autunno?

“È più veloce, le geometrie sono rimaste molto simili, è una bici molto buona e quindi penso che abbia influito abbastanza”.

In salita cosa ti manca per raggiungere i migliori?

“Sul passo gara devo lavorare maggiormente perché è dove faccio più fatica, soprattutto dopo 4/5 ore di corsa”.

Sembra stia nascendo una buona generazione di italiani con te, Pellizzari, Tiberi e Finn. Cosa ne pensi e qual è il tuo rapporto con loro?

“Con Pellizzari abbiamo un bellissimo rapporto, siamo amici e ci sosteniamo a vicenda. Tiberi e Finn li conosco meno, però sono degli ottimi corridori e penso che il futuro sia dalla nostra parte”.

Come si fa a trovare stimoli sapendo che bisogna fare i conti con un fenomeno imbattibile come Pogacar?

“Tutti noi dietro a Pogacar diamo il massimo per fare la nostra gara, perché il secondo posto vale come una vittoria, Pogacar è un fenomeno, ma non sappiamo quanto durerà o se noi ci avvicineremo a lui, ma in questo momento è imbattibile”.

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