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Rafael Nadal annuncia il ritiro. Chiuderà la carriera con la Coppa Davis

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Nadal / LaPresse

La mattina europea è scossa da un annuncio che porta il tennis a fare i conti, per la seconda volta in tre stagioni, con la fine di un cerchio. Rafael Nadal ha annunciato il proprio ritiro dal tennis: chiuderà la carriera con la Coppa Davis, per le cui finali è stato chiamato da David Ferrer al fine di avere una sorta di bonus extra sulla partita secca, specialmente con il ruolo di secondo singolarista immaginando in Carlos Alcaraz il primo.

Per Nadal, che oltre all’impegno di Malaga avrà anche l’esibizione saudita Six Kings Slam dal 16 al 19 ottobre, si va a chiudere così un capitolo della vita durato oltre vent’anni. E si chiude con un video, di quasi cinque minuti, rilasciato sui canali social del mancino di Manacor:

“Grazie a tutti, sono qui per comunicarvi che mi ritiro dal tennis professionistico. La verità è che questi ultimi due anni sono stati difficili. Non sono stato capace di giocare senza limitazioni. E’ stata una decisione difficile, che ci ho messo tempo a prendere. Però in questa vita tutto ha un inizio e una fina. E credo che sia il momento giusto per dare la parola fine a una carriera lunga e ancorpiù di successo di quello che avrei mai potuto immaginare.

Sono però orgoglioso del fatto che l’ultimo mio torneo sarà alle finali di Coppa Davis rappresentando il mio Paese. Credo di aver chiuso il cerchio, perché una delle mie prime grandi gioie da professionista fu la finale a Siviglia nel 2004. Mi sento molto fortunato per tutto quello che ho potuto vivere, vorrei ringraziare l’industria del tennis, tutti i miei colleghi di lunga data e specialmente i miei grandi rivali.

Ho speso molte ore con loro e ho vissuto molti momenti che ricorderò per il resto della mia vita. Parlare del mio team è un po’ difficile, perché alla fine è stato una parte molto importante della mia vita. Non sono solo colleghi, sono amici. Sono stati al mio fianco tutte le volte in cu ho avuto bisogno di loro. I momenti buoni, quelli brutti, quelli in cui mi serviva una spinta, quando mi hanno dato una tregua.

La mia famiglia è tutto per me. Mia madre ha fatto tutti i sacrifici possibili perché potessi avere tutto. Mia moglie, Mery, siamo insieme da 19 anni. Grazie per quello che hai fatto, sei stata la compagna perfetta in questi anni di carriera. Tornare a casa e vedere come mio figlio sta crescendo è una forza che mi ha mantenuto vivo e con l’energia necessaria per continuare. Mia sorella, abbiamo sempre mantenuto una bellissimo rapporto. Mio zio, che è la ragione per cui ho iniziato a giocare a tennis. Grazie a lui sono stato capace di superare molte situazioni difficili nella mia carriera sportiva. E mio padre, che è stato per me una fonte d’ispirazione in tutti i sensi. Credo sia stato un esempio di sforzo, di capacità di superare gli ostacoli. Grazie, davvero grazie a mio padre in un modo molto speciale.

E infine, grazie a voi, i tifosi. Non posso ringraziarvi abbastanza per quello che mi avete fatto sentire. Mi avete dato l’energia di cui avevo bisogno in tutti i momenti. Ho goduto tutto quello che ho vissuto, è stato un sogno diventato realtà. Me ne vado con la tranquillità assoluta di aver dato il massimo e aver fatto ogni possibile sforzo. Può solo terminare in un modo: grazie mille a tutti“.

Nadal lascia con 14 Roland Garros vinti, più di chiunque altro, e lo status di miglior giocatore sulla terra rossa della storia. Allargando il campo, sono 22 i tornei del Grande Slam vinti (due Australian Open, due Wimbledon e quattro US Open gli altri). In Coppa Davis quattro le volte in cui ha portato la Spagna a vincere (2004, 2009, 2011 e 2019; è stato anche parte della campagna 2008, in cui però non ha giocato la finale). Per lui anche l’oro olimpico in singolare a Pechino 2008 e quello in doppio a Rio 2016 con Marc Lopez; 186 le vittorie su top ten, 92 i tornei vinti in singolare e 11 in doppio. Il suo record sulla terra rossa è tra i più spaventosi della storia: 484-51, con anni come il 2006 e il 2010 in cui nessuno è riuscito a sconfiggerlo.

Sul rosso ha realizzato una striscia di ben 81 successi consecutivi tra 2005 e 2007, interrotta solo da Roger Federer ad Amburgo quando era ancora Masters Series (oggi Masters 1000). Con lo svizzero ha disputato alcuni degli incontri più epici della storia: le finali di Wimbledon 2008, Australian Open 2009 e 2017. 209 le settimane al numero 1, statistica in cui è il sesto nella storia: è riuscito per cinque volte a chiudere l’anno in vetta. Sono tanti numeri che però non basteranno mai a racchiudere il fatto che, con la sua carriera, la rivalità con Roger Federer e i successivi duelli anche con Novak Djokovic, si sia realmente segnata un’era. Ora, tra esibizione saudita e Davis attuale, gli ultimi atti di un cammino lunghissimo.

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