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Salto con gli sci

Salto con gli sci, quando “anche i ricchi piangono”. I norvegesi ‘costretti’ a rinunciare al sushi per contenere i costi

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Sondre Ringen

“Anche i ricchi piangono” è una soap opera messicana di enorme successo prodotta tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. La popolarità è stata talmente marcata da tramutare il titolo in un modo di dire. Ebbene, questa frase fatta potrebbe essere applicata alla Norvegia del salto con gli sci, che ultimamente sta affrontando una serie di “ristrettezze finanziarie”.

La Norges skiforbund, l’ente federale del Paese scandinavo, aveva previsto che il settore salto chiudesse il 2024 con un surplus di circa 125.000 euro. Cionondimeno, la situazione è evoluta in maniera differente, soprattutto perché si è dovuto onorare un cospicuo buonuscita ad Alexander Stöckl. Il capo allenatore in carica dal lontano 2011 è improvvisamente e sorprendentemente entrato in rotta di collisione con la maggior parte degli atleti (o viceversa), tanto da portare l’austriaco e la federazione a risolvere in anticipo un remunerativo contratto valido sino al 2026.

Di fatto, le casse della Skiforbund hanno dovuto sostenere una grossa spesa imprevista. Dopo averla saldata, chi di dovere ha presentato il conto a chi ha generato un buco quantificato in circa 600.000 euro, imponendo un drastico taglio dei costi al comparto salto. A sentire le recenti dichiarazioni rilasciate dal responsabile del settore Magnus Brevig alla televisione Nrk viene però da sorridere. Come sono strutturati, nel concreto, questi “chiari di Luna”?

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Meno voli e più viaggi su ruota. Addio uscite al ristorante, ma si cucina tutto in autonomia. Si lavano i piatti con la liscivia e l’acqua fredda. Niente hotel, se possibile, ma ci si appoggia alle case di qualche amico o ex atleta (per esempio Anders Fannemel ha ospitato diverso ex compagni di squadra a Lillehammer). Sentire, infine, che “ogni tanto si andava a mangiare il sushi, mentre ora restiamo sui piatti a base di avena” non può non suscitare un moto di ilarità.

Sono queste le ristrettezze finanziarie con cui confrontarsi? Niente ristorante e sushi? Qualche notte in abitazioni altrui anziché in hotel? Viaggi di qualche ora più lunghi? Sostanzialmente, la Norvegia ha cominciato a comportarsi come quasi tutte le altre nazioni fanno abitualmente! La frugale vita di chi non può più permettersi i rinomati piatti nipponici!

Comunque sia, pare che la spending review stia dando i frutti sperati. Il costo di ogni raduno d’allenamento della squadra sarebbe stato ridotto a un terzo di quello precedente e sono stati firmati alcuni nuovi contratti di sponsorizzazione. “Il settore salto ha accumulato un significativo debito nei confronti della federazione e stiamo facendo di tutto per ripianarlo. Non possiamo farlo in uno o due mesi, ce ne vorranno sei o dodici, ma andremo in pari. Dopodiché dovremo imparare la lezione e rendere sostenibile il budget della squadra anche in futuro” ha detto Jan-Erik Aalbu, nuovo manager del team. Già, bisognerà rendere sostenibili le spese di chi era abituato a non doversene crucciare. “Los ricos también lloran!

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