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Ciclismo

Veneto Classic, una corsa dura e ambiziosa per chiudere la stagione in Italia

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Hirschi / LaPresse

L’Italia saluta il ciclismo internazionale in Veneto. Dopo la gara di mercoledì, il Giro del Veneto, che ha visto sorridere Corbin Strong, tocca ora al Veneto Classic, gara decisamente più dura per quanto riguarda il percorso da intraprendere, con l’organizzatore Filippo Pozzato che tenta di strizzare sempre più l’occhio verso il circuito World Tour, obiettivo conclamato della corsa.

Non è un caso che nelle prime tre edizioni sono arrivate vittorie di rilievo, con corridori come Samuele Battistella, Davide Formolo e soprattutto Marc Hirschi sugli scudi. Lo svizzero ha vinto l’edizione 2022 ed è arrivato secondo nel 2021 e nel 2023, quindi essendo un anno pari dovrebbe essere il favorito. Tanto da essere già inserito ai nastri di partenza e voler puntare al bersaglio grosso.

In una gara che sarà leggermente meno dura di quanto abbiamo vissuto nelle precedenti edizioni. Nei 195 chilometri da percorrere ci saranno ‘solo’ 1850 metri di dislivello, ma con il solito finale da girare la testa con il doppio passaggio sulla Rosina (2600 metri al 6,5%), l’ingresso nel circuito con lo strappo di La Tisa, da sempre capace di portare scompiglio, e di nuovo Diesel Farm e Contrà Soarda che negli ultimi chilometri saranno decisivi.

Pronti dunque a dare tutto e di più in questa corsa, che piano piano sta raggiungendo il proprio obiettivo, quello di farsi notare sempre di più dai grandi circuiti, i grandi nomi non mancheranno, seguendo anche l’esempio della Strade Bianche e facendo diventare questa corsa sempre più caratteristica nel finale di stagione. Uscire dalla nicchia non è semplice, ma il gioco può davvero valere la candela.

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