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Tennis
Ambesi: “La penso come Ivanisevic: in WADA c’è accanimento contro le persone”
In attesa delle ATP Finals di Torino, con Jannik Sinner tra i grandi favoriti della vigilia anche in seguito al forfait di Novak Djokovic, tengono banco in questi giorni le WTA Finals di Riad con una magnifica Jasmine Paolini che ha ceduto ieri alla numero 1 al mondo Aryna Sabalenka disputando però una prestazione di alto profilo e restando pienamente in corsa per la qualificazione alle semifinali. Di questo e di tanto altro si è parlato nell’ultima puntata di TennisMania, trasmissione condotta da Dario Puppo e visibile sul canale Youtube di OA Sport, con ospiti Massimiliano Ambesi e Guido Monaco.
“Secondo me ha giocato una partita di alto livello. Più che altro ha dimostrato di saper uscire da una situazione difficilissima, perché era sotto 4-0 e c’era il rischio che potesse finire 6-1 6-0, una roba del genere. Solitamente quelle partite lì finiscono 6-1 6-1 o 6-1 6-0, invece da lì ha svoltato ed è stata brava. Sarà determinante lo spareggio con la cinese, che ha sofferto con Rybakina. Per me è una partita che parte alla pari”, il commento di Ambesi.
“Comunque qualche settimana fa si era detto: ‘Già basta andare alle Finals. Se vincerà un match sarà un successo, se ne vince due ancor di più, se le perde tutte è uguale’. Ecco, qui si rischia di avere un grande risultato in base a come andrà la partita di domani. Tanto di cappello a lei, che nel mezzo ha anche il doppio da giocare e non ha tempo di riflettere sulla situazione. Magari è anche meglio“, prosegue il giornalista di Eurosport.
Sulle recenti dichiarazioni di Goran Ivanisevic, che ha preso le difese di Jannik Sinner accusando la Wada in merito alla vicenda Clostebol: “Nel fine settimana mi sono imbattuto in altri casi e devo dire che ho avuto il medesimo pensiero di Ivanisevic. In alcuni casi hai proprio la sensazione che qualcuno si muova per distruggere la vita di terze persone. Lasciamo perdere il caso Sinner. Io mi sono imbattuto in un caso di una persona che non si è dopata, non è più atleta, eventualmente potrà allenare, e la Wada pretende una pena assolutamente spropositata per chi è stato vittima di un’incidente di contaminazione. Allora lì non è più lotta al doping, è accanimento. Quando la lotta al doping diventa accanimento contro tutto e tutti, significa che c’è un problema”.
“Non sapevo delle parole di Ivanisevic, però onestamente le esperienze che sto vivendo in tempi recenti purtroppo mi portino a fare il medesimo pensiero. Detto da uno che ha preso le difese di Wada per 20 anni, forse pesa leggermente di più. Dichiarazioni non richieste comunque quelle di Ivanisevic. Questa è la coscienza di un giocatore di alto livello, che poi è stato ed è ancora allenatore di alto livello, che si sente di dire la sua per tutelare il tennis. Io sono sicuro che anche Djokovic direbbe la stessa identica cosa, zittendo magari i suoi sostenitori che ne scrivono di tutti i colori in giro, perché la situazione è sotto gli occhi di tutti. Togliamoci dalla mente il tifo e ragioniamo in maniera lucida su quello che è avvenuto e su quale dovrebbe essere il ruolo di un’agenzia antidoping mondiale”, aggiunge Ambesi.