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Tennis
Barazzutti: “Alcaraz non riesce a tenere lo standard di Sinner. Musetti ha ancora margini: è da top10”
La stagione del tennis volge alla conclusione e nel calendario gli eventi di grande rilievo rimasti ci sono le ATP Finals a Torino (10-17 novembre) e le Finali di Coppa Davis a Malaga, in Spagna, dal 19 al 24 novembre. L’Ital-tennis vorrà recitare un ruolo da protagonista in un 2024 in cui le soddisfazioni non sono mancate. Ne abbiamo parlato con Corrado Barazzutti, ex tennista di grande spessore e al fianco di Simone Tartarini nella gestione di Lorenzo Musetti.
Corrado bentrovato su OA Sport. Partiamo da chi ha avuto modo di osservare da vicino, ovvero Musetti. Il toscano, dopo il Roland Garros, ha vinto 29 partite e ne ha perse 12, tornando in top-20 e mettendo in mostra dei progressi, con la ciliegina del bronzo olimpico a Parigi 2024. Su cosa è migliorato maggiormente e su quali aspetti deve concentrarsi per fare il salto tra i primi dieci giocatori del mondo?
“Lorenzo è cresciuto sia tecnicamente che mentalmente. La sua attitudine in partita e anche l’esecuzione di alcuni colpi hanno avuto un’evoluzione. Colpisce meglio la palla con entrambi i fondamentali da fondo e sa trovare maggiori soluzioni anche di potenza. Dove manca è nella continuità ed è su quell’aspetto che deve concentrarsi per raggiungere i traguardi che si aspetta“.
Ritiene quindi che possa essere in futuro un tennista da top-10?
“Sì, ma dipende appunto dalla sua crescita. Negli ultimi mesi l’ha fatto vedere, anche se avrebbe potuto fare meglio nei Masters 1000 a cui ha preso parte. Stimo molto Simone Tartarini per la sua preparazione e gestione e sono convinto che ci siano ancora dei margini di miglioramento da parte di Lorenzo“.
Ha parlato di continuità e in Italia abbiamo una specie di mostro da questo punto di vista, ovvero Jannik Sinner. L’argomento appassiona il pubblico e questo confronto con Carlos Alcaraz è ricorrente. Lei che profilo ci sa tracciare anche tecnicamente dei due?
“Sono due giocatori eccezionali e molto diversi: da un lato la manifestazione della genialità e della creatività e dall’altra una solidità e una continuità di rendimento incredibili. Tuttavia, vorrei precisare una cosa, leggendo spesso anche i commenti altrui“.
Prego, faccia pure.
“Parliamo spesso della spettacolarità dei colpi di Alcaraz e per carità è così. Tuttavia, quello che fa Sinner, pur a prima vista meno fascinoso, è altrettanto spettacolare. Jannik, in altre parole, fa sembrare facili delle soluzioni di una difficoltà assoluta. Per cui, quando leggo che l’italiano fa solo pressione da fondo ecc. a mio avviso non è assolutamente la realtà delle cose. Stiamo considerando un giocatore che quest’anno ha vinto due Slam, i primi due della carriera, tre Masters 1000, si è imposto in più di 60 partite, perse solo 6 e nell’ultimo anno ha compiuto dei progressi incredibili“.
Quale aspetto del gioco l’ha maggiormente colpita?
“Per rispondere a questa domanda, faccio il confronto con Alcaraz. Dicevamo che lo spagnolo è in grado di sciorinare dei picchi di gioco elevatissimi, ma nello stesso tempo può perdere partite che per uno del suo livello non dovrebbe accadere. Al contrario, Sinner ha sviluppato uno standard molto alto che anche lo spagnolo fa fatica a tenere. Alla fine, conta vincere i tornei e l’italiano è quello che ha vinto più di tutti quest’anno. Ha saputo crescere notevolmente al servizio, facendone un’arma, e ogni volta che lo si vede giocare si comprende che dietro ogni scelta ci sia un senso”.
A questo punto in ottica ATP Finals è Sinner il principale favorito?
“È il n.1 e non potrebbe essere altrimenti. Per di più, si giocherà a Torino e in un contesto (indoor) che lui apprezza particolarmente. Ma ormai a ogni evento a cui partecipa si presenta come l’uomo da battere. Certo, poi le partite vanno giocate e, oltre ad Alcaraz, c’è Zverev da tenere in considerazione, visto anche il successo a Bercy. Tuttavia, io penso che Sinner sia superiore a tutti“.
E Novak Djokovic è ai titoli di coda?
“Sarei sorpreso se, nei prossimi eventi importanti a cui prenderà parte, riuscirà a battere Sinner o Alcaraz. Credo che fisiologicamente ci si avvii a una chiusura del proprio percorso. Non penso andrà a Torino, stando anche a quello che leggo, per cui credo che per la conquista dei titoli importanti non possa competere con i giovani più forti“.
Sinner è leader di una squadra come l’Italia che si presenta a Malaga per bissare il successo in Coppa Davis. Si parla del fatto che senza Jannik, la squadra possa risentirne. Lei cosa ne pensa?
“Sinceramente su questo tema non vorrei troppo espormi perché ogni volta che ho espresso un’idea mi sono arrivate vagonate di insulti sui social. Sinner è il n.1 del mondo ed è logicamente un fattore aggiunto. Tuttavia, Volandri ha una squadra con tanti giocatori di qualità che sanno esprimersi bene anche nel contesto in cui la Davis si disputerà. In più, il capitano potrebbe avere anche l’opzione dell’altoatesino da doppista, visto quanto bene ha fatto l’anno scorso con Lorenzo Sonego. Posso solo dire che la formazione è assolutamente strutturata per vincere“.