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Break dance: troppe critiche social dopo Parigi 2024. L’australiana Raygun lascia le gare

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Raygun
Raygun/LaPresse

A volte i meme sono inarrestabili. E così c’è chi, stanco dalle prese in giro offensive e dal relativo hating gratuito, decide di dire basta. Lo sa bene l’australiana Rachel Gunn, meglio conosciuta come Raygun, la b-girl diventata virale durante le Olimpiadi di Parigi 2024 a causa della sua stramba performance in occasione della gara femminile di break dance, dove ha realizzato dei movimenti molto particolari (si ricorda la mossa del canguro ad esempio), ad occhio inesperto quasi dilettantistici, certamente divertenti. 

L’oceanica – che è un’atleta molto apprezzata dalla scena nonché studiosa di arti creative alla Macquarie University di Sydney – ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni durante un’intervista rilasciata sulle frequenze della radio australiana 2DayFM. La motivazione si collega proprio con quanto successo nell’ultima rassegna a cinque cerchi.

Non avevo alcun controllo su come la gente mi vedeva o su chi ero. Avrei voluto continuare a gareggiare, ma ora mi sembra davvero difficile farlo. Penso al livello di giudizio che ci sarà nei miei confronti. La gente filmerà le mie performance, e tutto andrà online” ha detto Raygun che, lo scorso settembre, era riuscita in un modo un po’ rocambolesco a diventare anche la numero uno al mondo grazie ad un calcolo molto tecnico che includeva le competizioni svolte negli ultimi dodici mesi senza però considerare gli importanti eventi di qualificazione olimpica. Il fatto, neanche a dirlo, ha suscitato un altro sciame di polemiche, difficili da gestire anche per la diretta interessata.

Durante i Giochi, Gunn aveva giustificato la sua performance spiegando che, consapevole di non poter fronteggiare le altre b-girls più giovani e capaci sul fronte tecnico, aveva deciso di mettere sul piatto la sua creatività e “un po’ di carattere australiano”, per provare a lasciare  il segno in un palcoscenico così blasonato. L’effetto, però, è stato da boomerang. Da qui la scelta di salutare il mondo delle gare.

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