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Coppa Davis, la riconoscenza è costata l’eliminazione alla Spagna: un errore schierare Nadal

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Un errore concettuale dal punto di vista sportivo. Si era a conoscenza del fatto che le Finali di Coppa Davis a Malaga sarebbero state l’ultimo atto di un grande campione. Rafa Nadal lo aveva annunciato con anticipo e i dubbi però sul suo impiego erano molti per una condizione fisica deficitaria, specie se il suo posto fosse stato quello da singolarista.

Indubbiamente, la Spagna non ha la stessa profondità di anni fa. Se è vero che Carlos Alcaraz ha preso il testimone idealmente da Nadal, dando seguito alle vittorie Slam, nello stesso tempo si deve constatare che alle spalle di Carlitos ci sia un vuoto generazionale o, quantomeno, tennisti che non sono all’altezza per dare un contributo valido e continuativo nel tempo.

Per questo, David Ferrer è stato costretto a rispolverare nel corso del Round Robin di Davis Roberto Bautista Agut, fondamentale per la qualificazione alle Finals, visti i successi contro il francese Arthur Fils e il ceco Jiri Lehecka, non certo gli ultimi arrivati. L’ascesa di Bautista Agut si è anche riflessa nel massimo circuito internazionale, come la vittoria nell’ATP250 di Anversa ha certificato.

Per questo, si pensava che quest’ultimo avrebbe potuto offrire maggiori garanzie e dare l’opportunità a Nadal di disputare il doppio insieme a Marcel Granollers, compagno di squadra di vecchia data con cui arrivarono vittorie importanti nel passato anche in coppia. Ferrer, però, ha deciso di schierare nel primo singolare contro l’Olanda il campione maiorchino.

Un segno di riconoscenza nei suoi confronti? Un atto dovuto perché questa sarebbe stata l’ultima volta? Nei fatti, la sconfitta nel singolo match si è tramutata in realtà e nel doppio decisivo c’è stata l’eliminazione della compagine iberica. Non è dato sapere se la Federazione spagnola avesse già messo in conto il fatto di sacrificare il risultato sportivo per dare modo a Nadal di salutare il suo pubblico con la maglia della nazionale. Tuttavia, trasformare la Coppa Davis nella “Rafa’s week” è stato uno sbaglio se valutato nell’ottica di una competizione sportiva, forse anche sottovalutando i rivali nell’incrocio. Un finale triste per un fuoriclasse.

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