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Fritz ribalta il pronostico: batte Zverev in 3 set e accede all’atto conclusivo delle ATP Finals

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Taylor Fritz
Fritz / LaPresse

Taylor Fritz è il primo finalista delle ATP Finals 2024. 25 anni dopo Andre Agassi, un americano riesce a giocare nello stesso anno la finale degli US Open e quella del torneo dei migliori otto. Nondimeno, erano 18 anni (James Blake, 2006) che un giocatore a stelle e strisce non arrivava all’ultimo atto. Battuto Alexander Zverev per 6-3 3-6 7-6(3), e per il tedesco ci sarà senz’altro il rimpianto di aver mancato quest’obiettivo proprio in una fase nella quale sembrava lui il vero rivale di Jannik Sinner. L’altoatesino o il norvegese Casper Ruud si contenderanno l’altra metà della rete nella sessione serale.

Nelle fasi iniziali Zverev, al servizio, è quasi implacabile, considerando che la sua prima funziona molto bene. Fritz, però, non è da meno e nel sesto gioco si arriva alla resa dei conti del parziale. Il tedesco, che non ha mai perso la battuta fino ad ora, deve fronteggiare una palla break: l’annulla col servizio, ma sulla seconda chance per l’americano è costretto a esporsi a un dritto che per la prima volta lo manda davvero sotto nel punteggio nel torneo. Fritz tira immediatamente fuori un paio di game inattaccabili alla battuta, e con quelli si porta a casa il 6-3.

Nel secondo parziale le cose cambiano, anche perché Zverev certo non intende lasciarsi scappare l’opportunità di aggiungere un altro mattone a questa fase della sua carriera. Cambia approccio, si fa davvero molto aggressivo, prende la rete per guadagnare la palla break sul 2-1 e poi trasforma il tutto. C’è più frustrazione nei colpi e nelle movenze di un Fritz leggermente calato rispetto all’inizio, ma per larga misura c’è merito anche dalla parte tedesca. Una chance di rientrare, però, l’americano ce l’ha sul 4-2, ma non riesce a fare granché nonostante un attimo in cui Zverev sbaglia più del solito. E, appunto, un attimo rimane: 6-3, terzo set.

Un primo momento decisivo nell’ultimo parziale si ha sul 2-2, con Fritz che, al servizio, ha un passaggio a vuoto che significa 0-40. Tre chance, tutte insieme, per andarsene sarebbero oro per questo Zverev, ma il numero 1 USA riesce a salvarsi giocandosela bene tra servizio e qualità degli scambi. Ne segue un game lottatissimo, con scambi anche molto lunghi e spettacolari, ma alla fine Fritz regge e sale sul 3-2. Sul 4-3 lo statunitense approfitta di un altro momento negativo del tedesco, che affossa a rete la palla che vale il 15-40 per il suo avversario. Il numero 2 del mondo, però, riesce a dar sfogo a tutta la propria potenza e profondità per salvarsi, mentre sul 5-5 è Fritz a dover tirar fuori prima, artigli e dritti (con un paio di rischi millimetrici) per salvarsi. Si va così al tie-break, e basta un unico errore di Zverev, quello sul dritto sull’1-0 per l’americano, a indirizzare la situazione. Al californiano basta, ad ogni modo, il primo match point per gioire e raccogliere qualcosa di mai vissuto in una carriera che, quest’anno, è semplicemente esplosa.

Con questo successo, Fritz raggiunge anche un club particolare, quello dei giocatori di 27 o più anni capaci (dal 1990) di raggiungere la prima finale alle Finals. Prima di lui, ci erano riusciti Nikolay Davydenko nel 2008 e Andy Murray nel 2016, al netto delle traiettorie ben differenti legate alle carriere del russo e dello scozzese. L’americano arpiona il terzo successo in fila su Zverev riuscendo a essere molto costante con la prima in campo (78%-71%), un dato fondamentale anche perché tra il suo 10/20 sulla seconda e il 10/30 di Zverev passa il mondo dei dettagli. Dettagli che, peraltro, dicono un’altra cosa: punti vinti 97-97. Il tennis, a volte, decide di ricordare di sfuggire alla matematica.

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