Seguici su

Golf

Golf: Paul Waring beffa tutti i big e vince ad Abu Dhabi. Laporta sfiora la top ten

Pubblicato

il

Paul Waring
Waring / Ricardo Larreina / IPA Sport

Il colpo a sorpresa arriva alla penultima settimana della stagione sul DP World Tour. L’Abu Dhabi HSBC Championship lo vince Paul Waring, e alle soglie dei quarant’anni questo è per il nativo di Birkenhead il più grande successo della carriera su tutta la linea. Aveva vinto il Nordea Masters nel 2018, ma questo è tanto di più, anche rispetto al 19° posto nell’Open Championship 2008, quando la carriera era appena agli inizi. Non solo: il risultato lo fionda al 5° posto nella Race to Dubai, vicino alla top 100 globale e, con il -24 (64 61 73 66, 264 colpi) complessivo, lo porta ad essere recordman degli Yas Links.

Niente recupero su di lui per Tyrrell Hatton. Nella doppietta britannica, il suo nome è quello che si posiziona a -22, con recupero di 5 posti dovuto al -8 odierno, ma comunque vano nel momento in cui arrivano i due birdie di fila di Waring alla 17 e alla 18, capace di rispondere alla stessa sequenza del golfista della contea del Buckinghamshire. Anche Matt Wallace completa il tris inglese, con la terza posizione a -21 che occupa assieme a Rory McIlroy e a Thorbjorn Olesen. Per Wallace e il nordirlandese, in particolare, performance mirabili oggi, con -9 per l’uno e -8 per l’altro, mentre Olesen finisce per gestire con il suo -6.

Nel gruppo dei sesti a -20 vanno a concludere i francesi Antoine Rozner e Ugo Coussaud, il sudafricano Thriston Lawrence e l’inglese Tommy Fleetwood. In particolare, anche per Rozner -9, cosa che lo rimette prepotentemente in corsa per una delle 10 carte che portano verso il PGA Tour nel 2025. Completano la top ten a -19 il danese Niklas Norgaard, l’inglese Matthew Jordan e il nordirlandese Tom McKibbin.

Golf: Lower e Young rimontano, raggiungono Echavarria in vetta al World Wide Technology Championship 2024

Francesco Laporta scende leggermente in classifica, per quanto ciò gli valga comunque un 13° posto (-18) che può solo essere considerato positivo visto il field. Il rimpianto è quello della buca 17, senza il quale avrebbe centrato una delle più importanti top ten in carriera. In teoria per lui è 52° posto, ma le probabilità che possa giocare lo stesso il torneo finale a Dubai sono alte.

Ben differente la situazione dei due azzurri che, invece, a Dubai andranno con obiettivi elevatissimi. Guido Migliozzi, infatti, con il suo -9 complessivo chiude 52° e, nell’ordine di merito, scende al 19° posto: adesso per lui la conquista della carta sul PGA Tour passa inevitabilmente da una bella settimana nell’ultimo evento dell’anno. 59° a -7, invece, Matteo Manassero, che nella graduatoria totale si trova ora al 10° posto. Che, va detto, è sempre un margine di buonissima sicurezza in tema PGA, ma a Dubai ci sarà senz’altro bisogno di correre ai ripari da qualunque possibile rischio.

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità