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Il ritorno di Sara Errani in Nazionale. In passato giocò in doppio con la capitana Garbin…

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Sara Errani
Errani / LaPresse

Sara Errani, dopo cinque anni, torna a far parte della selezione nazionale azzurra di Billie Jean King Cup. In mezzo c’è stato di tutto: i problemi al servizio, la lotta per riuscire a riprendersi da due stop forzati per la vicenda letrozolo (con il secondo stop a scoppio ritardato che ebbe contorni perlomeno assurdi) e, infine, una fase di nuovo sorriso culminata nell’oro olimpico insieme a Jasmine Paolini.

Per parecchio tempo della romagnola la capitana Tathiana Garbin si era quasi dimenticata, scegliendo di dar spazio a giocatrici che tentavano di emergere, e in effetti volevano, solo che poi la storia tennistica recente ha deciso diversamente. L’ex numero 5 del mondo ha vinto l’ultimo match in singolare con punteggio in palio nel 2018, a Chieti, contro la Spagna, quando la manifestazione si chiamava ancora Fed Cup. Prima distrusse Lara Arruabarrena, lasciandole due giochi, e poi giocò l’ultima di una serie di partite che non erano solo tennis con Carla Suarez Navarro: 6-3 3-6 6-3. Poi, contro il Belgio, sconfitte contro Alison van Uytvanck ed Elise Mertens (era il playoff per risalire nel World Group) e, nel 2019, il rientro subito dopo il secondo stop, perdendo contro Belinda Bencic, che allora faceva sognare eccome la Svizzera (e in effetti l’oro olimpico due anni dopo l’ha raggiunto).

Poi, dopo l’inutile doppio in Russia, al termine di un tie stregato sotto ogni punto di vista, di azzurro non s’è più parlato. Vuoi per il Covid, vuoi perché la crescita di altre figure di comunque buon livello stava arrivando, e Camila Giorgi ancora aveva dei suoi buonissimi momenti, quando chiamata. Poi c’era anche la già citata visione di Garbin. Sono entrate in quota azzurra Giulia Gatto-Monticone, agli sgoccioli di una carriera che comunque ha vissuto il meglio nella seconda parte, Bianca Turati, mai esplosa e ritiratasi a 25 anni nel 2022, e Lucrezia Stefanini, che ha solo sfiorato le top 100 e che non è riuscita a sfruttare il trampolino di lancio del secondo turno degli Australian Open 2023.

Quest’anno, invece, per Sara Errani parlano, eccome, i risultati. Le semifinali a livello WTA ritrovate, lo splendido legame in doppio con Jasmine Paolini, la medaglia d’oro a cinque cerchi e diverse ottime performance in singolare (tra cui il terzo turno agli US Open) le hanno riconsegnato uno status fondamentalmente inattaccabile. E così è di nuovo arrivata la chiamata da parte della capitana. Peraltro, tra la romagnola e la mestrina c’è un legame curioso: il primo match di doppio giocato da Errani in Fed Cup, nel 2008, fu proprio con Garbin. Fu un weekend segnato dai disastri, quello del PalaVesuvio di Napoli, in cui arrivò una sconfitta indoor con la Spagna in cui successe davvero qualsiasi cosa. A risultato acquisito Errani entrò e batté Lourdes Dominguez Lino, quindi, in doppio, le due citate batterono Nuria Llagostera Vives e Suarez Navarro (che pochi mesi dopo avrebbe raggiunto i quarti al Roland Garros: sembravano isolati, non lo furono).

Non fu quella l’unica volta in cui Errani e Garbin giocarono in doppio assieme, ma solo in quell’occasione ebbero fortuna. Nelle tre occasioni in cui, tra WTA e ITF, le due si sono trovate a far coppia non arrivò infatti alcun successo; vero è che di fronte, nei casi in questione, c’erano Srebotnik/Sugiyama, Craybas/Grandin e Peschke/Raymond, coppie che un credito dal discreto all’ottimo in doppio ce l’avevano eccome. Caso dei casi, una delle due occasioni in cui Errani e Garbin si trovarono invece contro fu la finale di Barcellona nel 2010: una delle prime volte in cui il duo Errani/Vinci portò a casa un successo, senza che ancora si sapesse quanto avrebbero vinto tra il 2012 e l’inizio del 2015.

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