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Jannik Sinner alle ATP Finals: dall’esordio del 2021 alla cavalcata del 2023. E ora…

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Jannik Sinner è pronto per la sua terza volta alle ATP Finals in quel di Torino. Il numero 1 del mondo entrerà in campo questa sera con tutta l’Inalpi Arena schierata a favore, un tifo che lo ha già sostenuto nelle due precedenti occasioni in cui si è recato nel capoluogo piemontese da protagonista.

La prima, in realtà, a rigor di logica neanche si sarebbe dovuta avere. Un altro italiano alle Finals c’era già, ed era Matteo Berrettini. Il romano, però, s’infortunò nella zona addominale contro il tedesco Alexander Zverev e finì lì il suo cammino torinese, lasciando così strada a Sinner, presente da prima riserva dopo un finale di stagione prima esaltante e poi (molto) sfortunato. Jannik si fece trovare prontissimo e scatenò tutta la propria voglia di esserci su Hubert Hurkacz. Il classe 2001 di Sesto Pusteria trasse letteralmente ogni possibile linfa vitale dal pubblico che lo sosteneva alla grande, e ne tirò fuori un 6-2 6-2 d’altissima classe. Quel successo non bastò, perché per gli incastri delle Finals era già eliminato dopo un solo incontro giocato, sufficiente però a dargli il primato di più giovane a vincere un match nel torneo dei migliori otto da Lleyton Hewitt a Lisbona 2000 e il primo alternate a farlo da Janko Tipsarevic nel 2011. Contro Daniil Medvedev fu 6-0 6-7(5) 7-6(8) per il russo, dopo aver avuto match point e la scena dello sbadiglio del moscovita ormai diventata famosa.

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Dopo un 2022 che definire sfortunato è anche poco, nel 2023 Sinner si riprese alla grandissima e blindò in maniera incontrovertibile il proprio posto a Torino. Ormai lanciato dalle vittorie a Pechino e a Vienna, entrò nel torneo battendo il greco Stefanos Tsitsipas per 6-4 6-4, ma il capolavoro lo tirò fuori al martedì contro Novak Djokovic. Il serbo veniva da tre Slam vinti su quattro (anzi, 27 partite su 28 nei quattro tornei maggiori), ma quella sera fu 7-5 6-7(5) 7-6(2) dopo oltre tre ore; esplose quello che allora era ancora Pala Alpitour.

Esplose la SinnerMania, Jannik superò anche il danese Holger Rune per 6-2 5-7 6-4, andò in semifinale e “salvò” Djokovic. Per l’allora “solo” numero 1 d’Italia fu una semifinale da ricordare: 6-3 6-7(4) 6-1 su Daniil Medvedev, e fu la prima volta assoluta di un azzurro tanto lontano nel torneo dei maestri, con primati aggiornati giorno dopo giorno. In finale, però, gli toccò un’altra versione di Djokovic, forse tra le migliori mai viste in assoluto, come testimoniato anche da una lunga serie di statistiche. In quel 6-3 6-3 Jannik poté poco. E resta quella, ancora oggi, la partita di tennis più seguita in Italia almeno dal 1987 per platea televisiva: tra Rai1 e Sky si sfiorarono i 7 milioni. E adesso, per l’azzurro, arriva la prima da numero 1 del mondo nell’impianto torinese. L’obiettivo è far meglio di un anno fa, il che, ovviamente, porta a una sola possibile conclusione.

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