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Jannik Sinner e la paura di una squalifica di almeno un anno: la sentenza del TAS attesa dopo gli Australian Open

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Non sarà facile per Jannik Sinner. La stagione tennistica si è chiusa in maniera trionfale per lui. La conquista della Coppa Davis per il secondo anno consecutivo è stata la ciliegina su una torta gustosa, condita da due Slam, tre Masters1000, le ATP Finals, otto titoli in totale e la conclusione del 2024 da n.1. Una serie di successi nei 12 mesi che nessuno era stato in grado di realizzare.

Un dato che la dice lunga sul percorso intrapreso dall’altoatesino. Adesso Sinner sta affrontando dei giorni di stacco per recuperare le energie. Ai primi di dicembre sarà impegnato in alcune attività tra sponsors e premiazioni legate alla FITP. A seguire, partirà per Dubai dove affronterà una lunga preparazione, sulla falsariga di quella del 2023 ad Alicante (Spagna).

Tuttavia, inevitabilmente, nella testa e nel cuore del pusterese c’è un po’ di preoccupazione per il ricorso della WADA sul doppio caso di positività accidentale al Clostebol. Come è stato precisato più volte, non si è in presenza di una vicenda doping, ma Sinner va a giudizio per colpa/negligenza rispetto all’agire di chi collaborava con lui, ovvero Umberto Ferrara (preparatore atletico) e Giacomo Naldi (fisioterapista).

Nel caso in cui il TAS dovesse riconoscere una responsabilità del n.1 del mondo, c‘è il rischio di una squalifica minima di un anno, come spiegato alcune settimane fa dal giornalista/analista di Eurosport, Massimiliano Ambesi ai nostri microfoni: “La sostanza Clostebol fa parte del gruppo delle sostanze non specificate. Per quanto riguarda l’appello e il suo eventuale svolgimento non cambia granché, nel senso che la speranza è che gli arbitri riconoscano l’assenza di colpa e negligenza nella condotta di Sinner. Nell’ipotesi in cui però gli arbitri rilevassero una colpa nel comportamento dell’italiano, codice alla mano, la pena minima equivarrebbe a un anno. Perché 12 mesi? Perché il Clostebol è una sostanza non specificata, quindi quando noi parlavamo di una pena che va dalla reprimenda e arriva a due anni, si faceva riferimento a sostanza specificata. Quando parliamo di sostanze specificate, si fa riferimento a sostanza vietate sia in gara che spesso fuori e che, a detta della Wada, possono entrare anche in maniera inavvertita nel corpo di un atleta, ed è per questo motivo che c’è meno rigore nelle pene”. 

Pertanto, Sinner dovrà affrontare il peso della off-season e verosimilmente anche degli Australian Open (12-26 gennaio 2025) con questa spada di Damocle sulla testa, come del resto ha fatto dal Masters1000 di Indian Wells in avanti, dove la situazione si è venuta a creare. La sentenza, infatti, si pensa possa essere resa nota dopo lo Slam di Melbourne, a precedere la trasferta statunitense del Sunshine Double.

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