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La nuova vita di Dominik Windisch: “Da allenatore comprendo cose che da giovane non accettavo”

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Dominik Windisch
Dominik Windisch / LaPresse

Trasmettere la propria esperienza e metterla a disposizione dei giovani. È questo lo spirito guida del nuovo capitolo che Dominik Windisch ha deciso di aprire. Dismessi i panni di biathleta di altissimo livello nel 2022, ricordando i tre bronzi olimpici con le staffette e i tre podi mondiali con l’oro nella Mass Start di Östersund in una giornata di tregenda ancora nella memoria degli appassionati, il 35enne altoatesino si sta ritagliando un nuovo ruolo e di grande importanza nella costruzione del futuro del biathlon italiano. Ne abbiamo parlato con lui in quest’intervista a OA Sport.

Che cosa fai in questo momento e qual è la tua posizione nella squadra italiana?
Quando ho smesso di gareggiare, ho lavorato praticamente subito con il comitato Südtirol da allenatore, avendo l’opportunità di formare le mie conoscenze in quest’ultimo biennio. Ho ricevuto poi la chiamata del direttore tecnico della Nazionale italiana Klaus Höllrigl che mi ha dato la possibilità di entrare a far parte dello staff della squadra juniores e giovanile“.

Uno staff tecnico in cui sappiamo della presenza anche di Samantha Plafoni, Pietro Dutto e Luca Ghiglione, ma è chiaro che il suo esserci non lascia indifferenti. Che cosa l’ha convinta ad accettare?
È una grande opportunità per me, anche per capire cosa vuol dire svolgere questo nuovo ruolo. Inoltre, mi stimola molto lavorare con i giovani, perché a distanza di tempo guardo con occhi diversi le cose che nel passato facevo un po’ fatica ad accettare“.

Può essere più specifico?
A volte mi chiedevo il motivo per cui valesse la pena andare a un evento di sponsor quando magari potevo riservare più tempo per me stesso. E invece ora so quanto sia importante fare queste piccole cose anche per sostenere la nostra Federazione e il lavoro che fa con i ragazzi, che ambiscono a competere ai massimi livelli. E sono qui per dare una mano“.

Ha parlato di ruolo nello staff tecnico, ma su che cosa si concentrerà maggiormente la sua attività?
Io affianco Samantha Plafoni negli aspetti legati al tiro. È una situazione differente rispetto a quando collaboravo con il comitato dove il mio ruolo di allenatore era un po’ a tutto tondo“.

Lavorando con i giovani di adesso, qual è la maggior differenza che nota rispetto a quando era lei a gareggiare?
Noto un livello di professionalità superiore e una conoscenza sul lavoro migliore. Poi c’è sempre chi ha qualità naturali più degli altri, ma quello che mi ha colpito è che rispetto ai miei tempi c’è una maggior consapevolezza da questo punto di vista e può fare la differenza nella crescita dei singoli atleti“.

A questo proposito, ritiene che i risultati che sono arrivati a livello seniores, in cui anche lei ha dato un contributo importante, può aver messo in moto qualcosa?
Indubbiamente quanto abbiamo fatto può essere uno stimolo per le nuove generazioni e questo è tra gli aspetti che mi motivano a ricoprire questo nuovo incarico al meglio delle mie possibilità“.

Le volevo far commentare a questo proposito un po’ i suoi ex compagni. Abbiamo una squadra in cui Lukas Hofer è l’uomo d’esperienza, mentre Tommaso Giacomel soprattutto vuol prendersi la scena, per il talento che ha dimostrato. Che cosa ci può dire?
È un bel gruppo in cui sicuramente Giacomel ha fatto vedere grandi cose, ma io vorrei citare anche Didier Bionaz e non mi dimenticherei anche di altri come Elia Zeni che possono continuare a crescere. C’è tanta voglia di far bene e il fatto che tra due anni ci saranno le Olimpiadi in casa sarà uno stimolo importante per dare tutto quello che si ha. La squadra è omogenea e sono certo che arriveranno anche risultati non solo a livello individuale, ma anche con la staffetta“.

Sul versante femminile poi abbiamo le regine Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi…
Loro sono i punti di riferimento. ‘Doro’ è sempre una grandissima atleta e, come ho già detto, l’idea di competere a Milano Cortina 2026 le darà ulteriori energie. Lisa ha fatto uno step in termini di maturità e l’ha dimostrato nella stagione passata con gli strepitosi riscontri che ha ottenuto. Penso che loro due saranno uno splendido traino anche per altre ragazze come Rebecca Passler, Samuela Comola e Hannah Auchentaller per continuare a migliorare sugli sci e al poligono“.

In conclusione, che cosa si aspetta da questa stagione a livello giovanile?
Aspettative non saprei, posso solo dire che lavoreremo per un obiettivo a lungo termine, fare in modo che la Nazionale italiana possa contare con continuità di un valido ricambio. Tutto però va fatto un passo alla volta, senza avere la fretta di ottenere tutto immediatamente“.

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