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Sci Alpino

‘La scodata’ di De Chiesa: “Hirscher patetico. Lara Colturi potrebbe tornare in Italia, ma due ostacoli da valutare”

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Lara Colturi
Lara Colturi / Lapresse

CALENDARIO FAVOREVOLE A SHIFFRIN: PIÙ GARE TECNICHE RISPETTO A QUELLE VELOCI

Ci sono delle considerazioni da fare. Intanto è più difficile allestire un campo di discesa rispetto a slalom o gigante. I conti erano stati un po’ pareggiati nel passato recente quando c’erano le doppie discese nello stesso fine settimana, poi si cercava di disputare i recuperi delle gare che venivano cancellate. Si è giudicato che questa fosse stata una delle cause che aveva portato al numero elevato di infortuni, perché il calendario era già ingolfato e con i recuperi diventava ancora più compresso. Adesso mi sembra invece molto più sensato. Brignone sarà anche svantaggiata con meno gare veloci, ma prima di tutto viene la sicurezza. Io ritengo che sia giusto così: se qualche gara salta, pazienza. Non puoi di certo diminuire il numero di giganti e slalom, perché la Coppa del Mondo si svolge già su un lasso di tempo molto breve, quindi non avrebbe senso accorciarlo ulteriormente.

LA STORIA DI LARA COLTURI: I TEAM PRIVATI SONO LA SOLUZIONE ALLE SQUADRE NAZIONALI?

Premesso che nessun campione italiano si è mai sognato di gareggiare per l’Albania. Thoeni, Gros, Tomba, Compagnoni, Ghedina, Kostner, Rocca, Goggia, Bassino, Brignone e Paris hanno sempre rappresentato l’Italia. A me dispiace che Lara gareggi per l’Albania. È giusto che la FISI le abbia negato questa deroga di formarsi un team privato a 15 anni. È necessario che ci siano delle regole e che vengano rispettate.
Adesso il discorso può cambiare. Lara voleva correre subito in Coppa del Mondo, e lo ha fatto; voleva sciare solo con mamma e papà, e lo sta facendo. Questi due problemi, se decidesse di tornare in Italia, sono superabili. Il team privato non sarebbe uno scandalo. D’altronde abbiamo già diversi esempi in Italia. Brignone ha un team privato all’interno della squadra e si allena col fratello, Goggia scia con Agazzi, Bassino con Daniele Simoncelli. Anche Paris è stato spesso da solo. Se decidesse di tornare, ma non ne sono sicuro, Colturi potrebbe avere una spada di Damocle: perdere i punti FIS e partire nelle retrovie, ovvero perdere un anno per risalire. Poi bisognerebbe capire se in Albania abbia più libertà di sponsorizzazione, mentre in FISI dovrebbe fare i conti con alcuni obblighi e minori possibilità di guadagni. Sono questi gli aspetti che potrebbero impedirle di tornare. Il resto è superato.

LO SCI ALPINO NON È IL TENNIS

Devo dire che non sono favorevole ai team privati. Vengo da una esperienza di squadra meravigliosa come quella della Valanga Azzurra. I tempi sono cambiati. Per fortuna però, ad avallare quello che dico, c’è Odermatt, che si allena con la squadra e ha dato una grossa mano alla crescita dei giovani. A me non piace che un campione si faccia il suo team privato. Secondo me si deve prendere e si deve dare, senza avere un ego smisurato. Senza le federazioni, non si potrebbero fare le gare, questo non solo in Italia, ma anche all’estero: non ci sono i soldi del tennis dove i giocatori hanno tutti degli staff privati. La federazione ha un ruolo fondamentale per la formazione dell’atleta.

ALEX VINATZER AL BIVIO

C’è una sottigliezza tecnica che va derubricata da questo contesto generale. Vinatzer sta sciando cercando di essere un po’ più sicuro e meno irregolare. Attualmente non può aprire il gas come vorrebbe, sta cercando di essere più continuo e meno in bilico sullo sci. Spero sia un periodo di transizione che gli serva per prendere confidenza e poi man mano diventare più performante. È l’unico appiglio che abbiamo affinché torni ai massimi livelli in slalom. Non è scontato trovare continuità e, successivamente, aumentare i ritmi. Di contro ha il vantaggio che, continuando a far bene in gigante, potrà avere meno assilli tra i pali stretti.

LA NOVITÀ TOMMASO SACCARDI

L’ho visto a Levi, non aveva sciato affatto male prima di uscire. Molto bene che abbia vinto in Coppa Europa, ma va valutato in Coppa del Mondo. Sarebbe bello che almeno un giovane venga fuori, a Gurgl c’erano solo tre slalomisti veri in partenza. Finora Kastlunger non ha mai avuto potenziale da primi 10. Della Vite è stato prestato allo slalom e ha dimostrato di poterci stare: al secondo intermedio era sui tempi di Kastlunger. Adesso ci vuole molta più potenza in slalom, prima veniva privilegiata la tecnica. A 19 anni non puoi avere la potenza che hai a 24-25, ci vuole più tempo per emergere. Saccardi a 23 anni è ancora giovane, però siamo proprio agli albori della sua carriera.

IL RITORNO ANONIMO DI MARCEL HIRSCHER

Perché lo ha fatto? Chi glielo ha fatto fare? Non lo capisco. Io ho un dogma: mi piacerebbe vedere i campionissimi cristallizzati al tempo del successo. Non mi piace vederli trascinarsi sulle piste. Killy si ritirò dopo 3 ori alle Olimpiadi di Grenoble 1968, fu fantastico; Tomba fece l’ultima gara di Coppa del Mondo nel 1998 a Crans Montana, la vinse e si ritirò. Questo è il massimo del massimo. Hirscher è tornato dopo 5 anni, quindi bisogna commentare con i dovuti parametri. Nella mia testa però c’è il ricordo di quando l’austriaco vinceva tutto. L’ho visto sciare in slalom: per adesso, più che penoso, mi sembra patetico. Sul muro ha sciato ed è uscito come un dilettante: questo non mi va bene, mi dispiace per lui. È tornato forse per fare pubblicità alla sua marca di sci? Secondo me li promuove meglio facendoli indossare a Kristoffersen. Se lo ha fatto per questo motivo, più che aggiungere, secondo ha tolto qualcosa alla sua azienda. Io penso che lo abbia fatto invece per ritrovare quelle emozioni che gli mancavano tanto, ma ormai non torneranno più. Questa è tutta un’altra storia. Se capisce di non essere competitivo in slalom, magari si dedicherà solo al gigante, visto che a Soelden aveva sciato bene. In slalom invece non si può guardare: a me fa venire una gran tristezza.

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