Sci Alpino
‘La scodata’ di De Chiesa: “Il sistema dello sci giovanile in Italia è sbagliato. Mancano totalmente i ricambi”
FINE SETTIMANA DA INCUBO PER L’ITALIA
Pessime notizie per l’Italia da Levi. Martina Peterlini è l’unica che si è qualificata, ha sciato anche bene, sui suoi livelli. Il problema è che le altre azzurre hanno subito un’involuzione tecnica. Le ho viste inchiodate, ‘incementate’. Lasciamo stare Lucrezia Lorenzi che è un caso a parte, ma le altre hanno sciato non male, ma malissimo. La Peterlini ha sciato bene, mi aspettavo che le compagne fossero al suo livello.
DIFFICILE TROVARE UNA SOLUZIONE
Non so cosa bisogna fare. Se questo è l’inizio, non so in corso d’opera cosa si possa correggere. Aspettiamo il secondo slalom. Però se non cambia qualcosa subito, prepariamoci ad altre disfatte. Io spero che sia stata una giornata storta, però mi preoccupa perché hanno sciato male dalla prima porta all’ultima. Le azzurre erano macchinose sui dossi e sul ripido. Non ho visto nessuna azione e nessuna mobilità.
UNA SITUAZIONE CHE PERDURA DA ANNI
Negli ultimi anni abbiamo avuto Chiara Costazza, Irene Curtoni che era regolare nelle 15, adesso si sperava un po’ in Peterlini-Rossetti, che hanno avuto infortuni e si sono un po’ perse. Della Mea sin qui è una delusione totale, sono due anni che è seduta con il baricentro, mi sembrava andasse meglio lo scorso anno, ma ora siamo da capo. Giorgia Collomb l’ho vista sinceramente male. Se i giovani sono questi, dove andiamo? Non c’è speranza per Milano Cortina 2026. Il problema è che le ragazze le vedo ancora peggiorate. Sono passate da un livello mediocre ad uno scarso. Se i giovani non vengono fuori quest’anno, il tempo scade: dimentichiamoci di avere nomi nuovi alle Olimpiadi. Dubito che esca all’improvviso il fenomeno alla Stenmark. I segnali sono inquietanti. Per adesso non c’è neanche la parvenza o un lume.
UN SISTEMA DA RIFONDARE
Perché non ci sono giovani? L’unico giovane che è andato sul podio negli ultimi anni è stato Alex Vinatzer. Per me è sbagliato il sistema dello sci alpino italiano giovanile. C’è troppa esasperazione, i ragazzi sciano troppo, basta guardare quanto sono affollati i ghiacciai, dove non c’è spazio sulle piste, come abbiamo visto con gravissimi problemi di sicurezza. Sciano tutti sulla linea di massima pendenza, non fanno variazioni. Fanno su e giù solo pali, pali, pali e ancora pali. Andate a vedere cosa fanno i norvegesi: fino a 13 anni fanno anche altro, sono multidisciplinari, fanno destrezza. I nostri a 7 anni fanno video, pali, droni: così non vai da nessuna parte. E i costi sono altissimi. I nostri allenatori sono bravi, quando vanno all’estero infatti vincono. Forse non abbiamo dei fenomeni, questo è sicuro. Perché il fenomeno emergerebbe lo stesso. Ma questo sistema ha fallito.
BISOGNA SPERARE CHE I VETERANI ALLUNGHINO LA CARRIERA
Non possiamo aggrapparci alla longevità dei nostri fenomeni come Brignone, Goggia, Bassino e Paris, hanno diritto prima o poi di pensare al dopo. Ma non è questo il punto. Finché ci sono loro, le magagne sono coperte, ma noi tecnici non possiamo fare finta di niente. Queste campionesse non sono il futuro. Lo sono i giovani, che non ci sono. I genitori mettono tanta pressione ai figli, troppa. Ai ragazzi vengono fatte disputare troppe gare all’anno, ma siamo impazziti? Chi non vive in montagna spende cifre astronomiche ogni anno per praticare questo sport, che era diventato di massa prima grazie alla Valanga Azzurra e poi con Tomba e Compagnoni. In questo modo diventerà uno sport d’elite, dobbiamo averlo chiaro in testa.
CHIEDERE A LARA COLTURI DI TORNARE SAREBBE UNA SOLUZIONE?
Lara Colturi ha fatto una scelta ben precisa. Sarà lei che dovrà chiedere all’Italia il favore di tornare, non il contrario. Non bisogna implorare nessuno. La sua famiglia ha scelto così. Il giorno che magari si ravvedono, chiederanno all’Italia di tornare. Per la sua età è bravissima, poi da lì a diventare campionessa non c’è scritto da nessuna parte. Lei non corre più per l’Italia, non è un problema italiano. In Austria nessuno badava a Girardelli dopo che andò in Lussemburgo, e lui ci ha sofferto molto per questa cosa. Me l’ha rimarcato lui stesso più volte.
LO SCI ALPINO RISCHIA DI PERDERE APPEAL SENZA ITALIANI
Per ora i pezzi da Novanta li abbiamo ancora per incollare la gente alla tv. Noi tecnici però abbiamo l’obbligo di vedere cosa c’è sotto. E per adesso siamo preoccupati.
VINATZER E LE CONSUETE LACUNE
La prima gara è andata così, era 11° come tempo parziale quando è uscito, poteva arrivare nei 10. Purtroppo ha questo assetto sullo sci che non gli consente di essere sicuro. Quando distende il busto, non sta sullo sci come gli altri, come ad esempio Amiez. Quando le spalle sono arretrate invece di coprire le spatole dello sci, il controllo è incerto. Non ci sono i presupposti con questa sua sciata di essere continuo ai livelli dove può stare. L’italiano più veloce al traguardo, pur non qualificato, è stato il 38enne Stefano Gross, che è fuori squadra. Un giovane di 23 anni dovrebbe stargli davanti agevolmente, invece non succede. Questo dice tutto. Io Gross lo giudico con l’handicap dell’età, quindi dico che è stato bravissimo. Sala invece è stato disastroso. Io spero che abbia avuto problemi fisici di cui non sono al corrente. Vederlo sciare così è triste.